DialoghiAperti
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I mediaitaliani siamo diventati un po' più saggi con il tempo, ma purtroppo non sempre. Ecco la lezione di Piero Chiambretti, che continua a navigare sull'orso italiano, la barca della "Finche la barca va", un programma che come tutti i mediaitaliani, ha bisogno di un po' di ispezione e di riflessione.
"La mia barca è precaria, ma non affonda". È una metafora del Paese, dice Chiambretti, che continua a navigare sul fiume della politica italiana, cercando di trovare un porto sicuro. Ecco perché, secondo lui, il programma va avanti, come la barca, anche se è precaria e può affondare in ogni momento.
Ma cosa cambia tra fare un'intervista in studio e una su una barca? "Tutto". Secondo Chiambretti, la barca crea un'atmosfera unica, con il meteo, il vento e il fiume che creano un'atmosfera irripetibile. Ecco perché, dice, la televisione è sempre più una radio, con poche immagini e parole.
E poi c'è il fatto che Chiambretti sceglie sempre personaggi laterali, talvolta sconosciuti al grande pubblico. Perché? "Perché cerco persone che mi incuriosiscono", dice. Ecco perché, secondo lui, un'intervista è una scarica chimica tra intervistato e intervistatore.
Ma Chiambretti non è solo un giornalista, è anche un allievo dell'intelligenza artificiale. Ha creato i "Tevere days", video che mostrano il fiume come lo immagina il sindaco Gualtieri: balneabile, come nei cinegiornali Incom.
Ecco perché, secondo lui, l'intelligenza artificiale è una risorsa, ma va usata con cautela. Non è contro la tecnologia, ma contro l'abuso. Ecco perché, dice, preferisce avere i registi, i musicisti, gli attori che possono fare un lavoro autentico.
E poi c'è Patrick Facciolo, esperto che analizza il linguaggio corporale dei vip. Perché ha inserito questo personaggio nel suo programma? "Perché in due minuti mi permette di dire delle cose che allargano gli obiettivi di racconto del programma", dice Chiambretti.
E infine, si trova in una Rai, a Viale Mazzini, svuotata. Ecco perché, secondo lui, i dirigenti Rai sono difficili da trovare, perché la loro intelligenza si è trasferita in via Asiago occupando la sede della radio. "Entrare ti danno un pass e invece dell'ufficio del dirigente ti trovi in onda in Un giorno da pecora", dice Chiambretti.
La lezione di Piero Chiambretti è quella di non aver paura di mettere mano a una situazione difficile, di cercare soluzioni autentiche e di non dimenticare mai la storia del Paese.
"La mia barca è precaria, ma non affonda". È una metafora del Paese, dice Chiambretti, che continua a navigare sul fiume della politica italiana, cercando di trovare un porto sicuro. Ecco perché, secondo lui, il programma va avanti, come la barca, anche se è precaria e può affondare in ogni momento.
Ma cosa cambia tra fare un'intervista in studio e una su una barca? "Tutto". Secondo Chiambretti, la barca crea un'atmosfera unica, con il meteo, il vento e il fiume che creano un'atmosfera irripetibile. Ecco perché, dice, la televisione è sempre più una radio, con poche immagini e parole.
E poi c'è il fatto che Chiambretti sceglie sempre personaggi laterali, talvolta sconosciuti al grande pubblico. Perché? "Perché cerco persone che mi incuriosiscono", dice. Ecco perché, secondo lui, un'intervista è una scarica chimica tra intervistato e intervistatore.
Ma Chiambretti non è solo un giornalista, è anche un allievo dell'intelligenza artificiale. Ha creato i "Tevere days", video che mostrano il fiume come lo immagina il sindaco Gualtieri: balneabile, come nei cinegiornali Incom.
Ecco perché, secondo lui, l'intelligenza artificiale è una risorsa, ma va usata con cautela. Non è contro la tecnologia, ma contro l'abuso. Ecco perché, dice, preferisce avere i registi, i musicisti, gli attori che possono fare un lavoro autentico.
E poi c'è Patrick Facciolo, esperto che analizza il linguaggio corporale dei vip. Perché ha inserito questo personaggio nel suo programma? "Perché in due minuti mi permette di dire delle cose che allargano gli obiettivi di racconto del programma", dice Chiambretti.
E infine, si trova in una Rai, a Viale Mazzini, svuotata. Ecco perché, secondo lui, i dirigenti Rai sono difficili da trovare, perché la loro intelligenza si è trasferita in via Asiago occupando la sede della radio. "Entrare ti danno un pass e invece dell'ufficio del dirigente ti trovi in onda in Un giorno da pecora", dice Chiambretti.
La lezione di Piero Chiambretti è quella di non aver paura di mettere mano a una situazione difficile, di cercare soluzioni autentiche e di non dimenticare mai la storia del Paese.