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Un team di ricercatori britannici ha avuto un colpo di genio: potrebbero aver finalmente scoperto il segreto di Stonehenge. I professori del Regno Unito hanno individuato i primi segni di una struttura antichissima, un cerchio monumentale di fosse profonde e perfettamente allineate intorno al complesso più famoso della Gran Bretagna.
L'operazione è stata guidata dall'esperto Vince Gaffney, che ha raccolto dati che confermano l'origine intenzionale delle fosse. Sono state utilizzate tecniche avanzate come prospezioni magnetiche, georadar e analisi geochimiche per determinare se le strutture sottostanti erano state create dall'uomo.
I risultati sono stati sorprendenti: le dieci strutture analizzate mostrano forme, dimensioni e disposizione uniformi incompatibili con fenomeni naturali casuali. Questo suggerisce che le comunità neolitiche avessero una conoscenza numerica più sviluppata del previsto.
La datazione tramite luminescenza ha collocato lo scavo delle fosse intorno al 2480 a.C., in pieno Neolitico e in contemporanea con l'uso di Durrington Walls. Questo indebolisce definitivamente l'ipotesi delle doline naturali, poiché la loro formazione richiederebbe uno spesso strato di sedimenti oggi assente.
Il nuovo studio invita quindi a proseguire le indagini: ci sono altri siti nella Gran Bretagna che mostrano strutture simili. Questo suggerisce che la costruzione di grandi cerchi di fosse non fosse rara per le comunità che eressero Stonehenge.
Il team di Gaffney si spinge a dire che quei vuoti nel terreno, spesso liquidati come anomalie naturali, potrebbero invece raccontare uno dei capitoli più affascinanti della preistoria britannica.
L'operazione è stata guidata dall'esperto Vince Gaffney, che ha raccolto dati che confermano l'origine intenzionale delle fosse. Sono state utilizzate tecniche avanzate come prospezioni magnetiche, georadar e analisi geochimiche per determinare se le strutture sottostanti erano state create dall'uomo.
I risultati sono stati sorprendenti: le dieci strutture analizzate mostrano forme, dimensioni e disposizione uniformi incompatibili con fenomeni naturali casuali. Questo suggerisce che le comunità neolitiche avessero una conoscenza numerica più sviluppata del previsto.
La datazione tramite luminescenza ha collocato lo scavo delle fosse intorno al 2480 a.C., in pieno Neolitico e in contemporanea con l'uso di Durrington Walls. Questo indebolisce definitivamente l'ipotesi delle doline naturali, poiché la loro formazione richiederebbe uno spesso strato di sedimenti oggi assente.
Il nuovo studio invita quindi a proseguire le indagini: ci sono altri siti nella Gran Bretagna che mostrano strutture simili. Questo suggerisce che la costruzione di grandi cerchi di fosse non fosse rara per le comunità che eressero Stonehenge.
Il team di Gaffney si spinge a dire che quei vuoti nel terreno, spesso liquidati come anomalie naturali, potrebbero invece raccontare uno dei capitoli più affascinanti della preistoria britannica.