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La fast-fashion è un mostro che non ferma mai, ma la Francia si è finalmente decisa a prendere in mano il gigante cinese Shein. Il governo parigino ha annunciato di sospendere la piattaforma online del colosso delle vendite, accusato di concorrenza sleale e di offrire prodotti che non rispettano le norme della cosiddetta "sostenibilità" e "qualità".
Su istruzione del premier Sébastien Lecornu, il governo francese ha deciso di "avviare" una procedura di sospensione per Shein, il tempo necessario affinché la piattaforma dimostri che i suoi contenuti sono finalmente conformi alle nostre leggi e regolamenti. Una decisione che è stata accolta con entusiasmo dai manifestanti che hanno occupato le strade di Parigi ieri, brandendo cartelli con slogan come "Vergogna Shein" o "Shein partecipa alla pedocriminalità".
Ma l'apertura del primo negozio fisico di Shein al Bhv non ha cambiato molto. Il portavoce del gruppo, Quentin Ruffat, ha dichiarato di voler "avviare" rapidamente un dialogo con Parigi, ma non sembra essere pronto a cedere alle pressioni delle autorità.
La questione è chiara: la fast-fashion è una moda che va sostenuta? Oppure dovremmo prendere in mano i colossi on-line e farli rispettare le regole del gioco? La Francia sembra aver trovato la risposta. Ma il problema non si fermerà qui, a meno che Shein non cominciasse a cambiare la sua strategia di business.
Il BHV, sempre però è stato il luogo ideale per una manifestazione contro l'usura e la pedocriminalità, i manifestanti brandivano cartelli in cui era scritto "Dalla colonizzazione ai vostri armadi".
Su istruzione del premier Sébastien Lecornu, il governo francese ha deciso di "avviare" una procedura di sospensione per Shein, il tempo necessario affinché la piattaforma dimostri che i suoi contenuti sono finalmente conformi alle nostre leggi e regolamenti. Una decisione che è stata accolta con entusiasmo dai manifestanti che hanno occupato le strade di Parigi ieri, brandendo cartelli con slogan come "Vergogna Shein" o "Shein partecipa alla pedocriminalità".
Ma l'apertura del primo negozio fisico di Shein al Bhv non ha cambiato molto. Il portavoce del gruppo, Quentin Ruffat, ha dichiarato di voler "avviare" rapidamente un dialogo con Parigi, ma non sembra essere pronto a cedere alle pressioni delle autorità.
La questione è chiara: la fast-fashion è una moda che va sostenuta? Oppure dovremmo prendere in mano i colossi on-line e farli rispettare le regole del gioco? La Francia sembra aver trovato la risposta. Ma il problema non si fermerà qui, a meno che Shein non cominciasse a cambiare la sua strategia di business.
Il BHV, sempre però è stato il luogo ideale per una manifestazione contro l'usura e la pedocriminalità, i manifestanti brandivano cartelli in cui era scritto "Dalla colonizzazione ai vostri armadi".