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"La fine dell'arte del confronto"
Il mondo dei social è diventato un luogo in cui ci si comporta sempre allo stesso modo: siamo con te o sei contro di noi. Nessuna sfumatura, nessun compromesso. La logica della contrapposizione è la regola suprema. Ma cosa ha fatto il mondo? Ha fatto scomparire l'arte del confronto.
Oggi più che mai sentiamo dire che 'è solo una questione di personalità', che se non siamo con qualcuno, allora non ci sto a fare. Ma l'autore di questa lettera, Massimo Aurioso, è completamente d'accordo con il concetto. E la domanda che si fa è: cosa possiamo fare per cambiarlo?
Aurioso ci ricorda come i nostri genitori picchiassero sempre la squadra avversaria dei bambolli nei campi di calcio e come alcuni padri, da loro figlioli in pannolini, picchino anche l'insegnante. Ma non si tratta solo dell'educazione familiare. Nei dibattiti politici, senza una profonda riflessione, con interruzioni continue, sembra che ci sia una mancanza di rispetto per il suo avversario.
E infine i social network. Quasi impossibili da navigare, pieni di campagne d'odio e mortificazione degli altri. È come se stessimo vivendo in un mondo in cui si tratta sempre di vincere o perdere, senza alcun pensiero alla tolleranza e al rispetto reciproco.
Tutto questo ci fa rilevare che bisogna 'scalare una montagna' per tornare a quel periodo in cui il confronto era serio e costruttivo. Un periodo in cui i nostri genitori non picchiassero gli altri bambini, ma invece li incoraggiavano all'amicizia e al rispetto reciproco.
E poi ci sono loro: tanti ragazzi che quotidianamente lavorano seriamente, aiutano gli altri, rispettano le regole. Non siamo mai disposti a dire 'vaffa', anche quando qualcuno lo merita.
In definitiva l'arte del confronto è una pratica in via di estinzione. E dobbiamo cercare di farlo per tornare a quel periodo in cui la serietà, la responsabilità e il rispetto per le relazioni erano i valori più importanti.
Il mondo dei social è diventato un luogo in cui ci si comporta sempre allo stesso modo: siamo con te o sei contro di noi. Nessuna sfumatura, nessun compromesso. La logica della contrapposizione è la regola suprema. Ma cosa ha fatto il mondo? Ha fatto scomparire l'arte del confronto.
Oggi più che mai sentiamo dire che 'è solo una questione di personalità', che se non siamo con qualcuno, allora non ci sto a fare. Ma l'autore di questa lettera, Massimo Aurioso, è completamente d'accordo con il concetto. E la domanda che si fa è: cosa possiamo fare per cambiarlo?
Aurioso ci ricorda come i nostri genitori picchiassero sempre la squadra avversaria dei bambolli nei campi di calcio e come alcuni padri, da loro figlioli in pannolini, picchino anche l'insegnante. Ma non si tratta solo dell'educazione familiare. Nei dibattiti politici, senza una profonda riflessione, con interruzioni continue, sembra che ci sia una mancanza di rispetto per il suo avversario.
E infine i social network. Quasi impossibili da navigare, pieni di campagne d'odio e mortificazione degli altri. È come se stessimo vivendo in un mondo in cui si tratta sempre di vincere o perdere, senza alcun pensiero alla tolleranza e al rispetto reciproco.
Tutto questo ci fa rilevare che bisogna 'scalare una montagna' per tornare a quel periodo in cui il confronto era serio e costruttivo. Un periodo in cui i nostri genitori non picchiassero gli altri bambini, ma invece li incoraggiavano all'amicizia e al rispetto reciproco.
E poi ci sono loro: tanti ragazzi che quotidianamente lavorano seriamente, aiutano gli altri, rispettano le regole. Non siamo mai disposti a dire 'vaffa', anche quando qualcuno lo merita.
In definitiva l'arte del confronto è una pratica in via di estinzione. E dobbiamo cercare di farlo per tornare a quel periodo in cui la serietà, la responsabilità e il rispetto per le relazioni erano i valori più importanti.