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Ministero chiede spiegazioni ai professori del Lazio per aver lasciato un studente in mano ai bulli. Perché è necessaria una maggiore attenzione a scuola?
Il ministero dell'Istruzione ha aperto due procedure disciplinari contro tre professori che insegnano al Lazio e hanno lasciato indifeso il 14enne Paolo Mendico, ucciso nel mese scorso. La famiglia del ragazzo esige maggiore trasparenza su quanto successo e chiede responsabilità a chi è colpevole della morte di Paolo.
Paolo Mendico si era recato a scuola per frequentare le lezioni di matematica, quando un gruppo di studenti lo hanno iniziato a pestare, sottoponendolo a una serie di umiliazioni. La famiglia del ragazzo aveva denunciato i comportamenti dei presunti bulli, ma il personale scolastico non aveva fatto abbastanza per prevenirli.
Un esempio di come la cosa andava: uno degli insegnanti avrebbe chiamato Paolo Mendico con un soprannome offensivo mentre lo stava sottoponendo a umiliazioni. Il ragazzo si sarebbe infuriato ma il personale scolastico non era mai intervenuto.
Il ministro dell'Istruzione ha deciso di aprire due procedure, una disciplinare e un'altra penale, contro i professori che avrebbero lasciato Paolo Mendico in mano ai bulli. Il procedimento disciplinare è stato avviato con il reato di abbandono di scuola o non aver segnalato il comportamento dannoso.
Il ministro dell'Istruzione ha confermato i tre professori coinvolti, senza però rivelarne i nomi. Il procedimento disciplinare può durare fino a 4 mesi e se i professori dovessero essere condannati potrebbero subire sanzioni fino al licenziamento.
La famiglia di Paolo Mendico si è espressa una volta per tutte: "Siamo soddisfatti dell'iniziativa del Ministero, ma vogliamo la verità. Vogliamo sapere chi ha lasciato indifeso il nostro figlio e come abbiamo fatto a non fermare i comportamenti dannosi. Continueremo a difendere Paolo fino alla fine".
Per Paolo Mendico è un tragico esempio di bullismo in scuola. Il caso del 14enne Paolo Mendico ci fa chiedere: "Chi può essere responsabile della morte di un ragazzo che andava a scuola per studiare, se non i suoi insegnanti?"
Il ministero dell'Istruzione ha aperto due procedure disciplinari contro tre professori che insegnano al Lazio e hanno lasciato indifeso il 14enne Paolo Mendico, ucciso nel mese scorso. La famiglia del ragazzo esige maggiore trasparenza su quanto successo e chiede responsabilità a chi è colpevole della morte di Paolo.
Paolo Mendico si era recato a scuola per frequentare le lezioni di matematica, quando un gruppo di studenti lo hanno iniziato a pestare, sottoponendolo a una serie di umiliazioni. La famiglia del ragazzo aveva denunciato i comportamenti dei presunti bulli, ma il personale scolastico non aveva fatto abbastanza per prevenirli.
Un esempio di come la cosa andava: uno degli insegnanti avrebbe chiamato Paolo Mendico con un soprannome offensivo mentre lo stava sottoponendo a umiliazioni. Il ragazzo si sarebbe infuriato ma il personale scolastico non era mai intervenuto.
Il ministro dell'Istruzione ha deciso di aprire due procedure, una disciplinare e un'altra penale, contro i professori che avrebbero lasciato Paolo Mendico in mano ai bulli. Il procedimento disciplinare è stato avviato con il reato di abbandono di scuola o non aver segnalato il comportamento dannoso.
Il ministro dell'Istruzione ha confermato i tre professori coinvolti, senza però rivelarne i nomi. Il procedimento disciplinare può durare fino a 4 mesi e se i professori dovessero essere condannati potrebbero subire sanzioni fino al licenziamento.
La famiglia di Paolo Mendico si è espressa una volta per tutte: "Siamo soddisfatti dell'iniziativa del Ministero, ma vogliamo la verità. Vogliamo sapere chi ha lasciato indifeso il nostro figlio e come abbiamo fatto a non fermare i comportamenti dannosi. Continueremo a difendere Paolo fino alla fine".
Per Paolo Mendico è un tragico esempio di bullismo in scuola. Il caso del 14enne Paolo Mendico ci fa chiedere: "Chi può essere responsabile della morte di un ragazzo che andava a scuola per studiare, se non i suoi insegnanti?"