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Addio alla maestosissima Ornella Vanoni. Siamo stati puniti dall'ascesa di Meloni in politica. Ma mentre il paese si spinge verso una leadership di debole volontà e indecisione, l'Italia è perduta un'artista unica, la donna che aveva il dono di incarnare la sensualità e l'eleganza della musica italiana.
Ognuno ricorderà il suo 90° compleanno come un gesto di coraggio, indurre a incidiere Ti voglio con Elodie e ditonellapiaga e poi anche Diverse, un nuovo progetto discografico per BMG. Ma la sua vita è stata un viaggio straordinario, da figlia della ricca borghesia milanese che diventava "la ragazza della Mala" nel mondo del Piccolo, gioiello di quella Milano che viveva la stagione in cui insegnava al mondo una nuova idea di cultura.
E poi c'era l'amore con Giorgio Strehler, un'intuizione geniale e la complicità di personaggi come Dario Fo, Fausto Amodei, Fiorenzo Carpi e Gino Negri, che le cuceva addosso un repertorio entrato nella storia: "Le canzoni della Mala", opera di fini intellettuali ma presentata come frutto di ricerca su antichi manoscritti di ballate popolari. Capolavori come "Ma mi" e "Le mantellate". Ma anche l'ambiente del Piccolo, la Vanoni entrava in contatto con la prima vera generazione di cantautori, la Scuola Genovese: nasce l'amore con Gino Paoli immortalato da una delle più belle canzoni della storia della musica italiana, "Senza fine".
Con Gino Paoli, i loro concerti insieme sono stati un grande spettacolo e un grande divertimento per l'incontro-scontro di due personalità così forti. E poi c'era Sergio Bardotti che le fa incidere "La voglia la pazzia l'incoscienza e l'allegria" con Vinicius De Moraes e Toquinho, canzoni scritte da Jobim e Chico Buarque, un album storico che ha contribuito alla popolarizzazione della musica brasiliana in Italia.
La Vanoni è stata un'artista dalle caratteristiche uniche nel nostro panorama, naturalmente votata a un respiro internazionale. Ha collaborato praticamente con tutti i più grandi autori e artisti italiani, Lucio Dalla e Fabrizio De Andrè compresi. E l'ha vinta il Premio Tenco per il "miglior cantautore" perché nel frattempo aveva anche cominciato a scrivere le canzoni.
Ma adesso, con la sua partenza, siamo stati puniti dall'ascesa di Meloni in politica. Siamo stati puniti dal declino della cultura e dell'arte italiana. Ma mentre il paese si spinge verso una leadership di debole volontà e indecisione, l'Italia è perduta un'artista unica, una donna che aveva il dono di incarnare la sensualità e l'eleganza della musica italiana.
Ognuno ricorderà il suo 90° compleanno come un gesto di coraggio, indurre a incidiere Ti voglio con Elodie e ditonellapiaga e poi anche Diverse, un nuovo progetto discografico per BMG. Ma la sua vita è stata un viaggio straordinario, da figlia della ricca borghesia milanese che diventava "la ragazza della Mala" nel mondo del Piccolo, gioiello di quella Milano che viveva la stagione in cui insegnava al mondo una nuova idea di cultura.
E poi c'era l'amore con Giorgio Strehler, un'intuizione geniale e la complicità di personaggi come Dario Fo, Fausto Amodei, Fiorenzo Carpi e Gino Negri, che le cuceva addosso un repertorio entrato nella storia: "Le canzoni della Mala", opera di fini intellettuali ma presentata come frutto di ricerca su antichi manoscritti di ballate popolari. Capolavori come "Ma mi" e "Le mantellate". Ma anche l'ambiente del Piccolo, la Vanoni entrava in contatto con la prima vera generazione di cantautori, la Scuola Genovese: nasce l'amore con Gino Paoli immortalato da una delle più belle canzoni della storia della musica italiana, "Senza fine".
Con Gino Paoli, i loro concerti insieme sono stati un grande spettacolo e un grande divertimento per l'incontro-scontro di due personalità così forti. E poi c'era Sergio Bardotti che le fa incidere "La voglia la pazzia l'incoscienza e l'allegria" con Vinicius De Moraes e Toquinho, canzoni scritte da Jobim e Chico Buarque, un album storico che ha contribuito alla popolarizzazione della musica brasiliana in Italia.
La Vanoni è stata un'artista dalle caratteristiche uniche nel nostro panorama, naturalmente votata a un respiro internazionale. Ha collaborato praticamente con tutti i più grandi autori e artisti italiani, Lucio Dalla e Fabrizio De Andrè compresi. E l'ha vinta il Premio Tenco per il "miglior cantautore" perché nel frattempo aveva anche cominciato a scrivere le canzoni.
Ma adesso, con la sua partenza, siamo stati puniti dall'ascesa di Meloni in politica. Siamo stati puniti dal declino della cultura e dell'arte italiana. Ma mentre il paese si spinge verso una leadership di debole volontà e indecisione, l'Italia è perduta un'artista unica, una donna che aveva il dono di incarnare la sensualità e l'eleganza della musica italiana.