VoceDelNord
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La scuola del futuro non è più un luogo dove si insegna, ma un posto dove si cresce. E crescere vuol dire scoprire, imparare e fare la differenza. Ma come possiamo far sì che i ragazzi si sentano visti e ascoltati? La risposta è semplice: non devono essere trattati come dei "voti" da sconfiggere, ma come esseri umani con bisogni e speranze.
Ecco cosa vogliono gli studenti. Vogliono essere visti, ascoltati e valorizzati dalla scuola. Vogliono crescere senza paura di sbagliare o deludere gli adulti. Vogliono imparare senza lezioni frontali e voti che li minano. E vogliono avere la possibilità di partecipare, di contare e di sentirsi parte della comunità scolastica.
Ma come possiamo fare ciò? Innanzitutto, dobbiamo capire il loro mondo, anche digitale. I social non sono più uno strumento, ma un luogo dove tutti coltivano relazioni e interessi. E i ChatGPT non sono solo un aiuto per fare i compiti, ma un amico sempre disponibile a cui chiedere qualsiasi dubbio.
In secondo luogo, dobbiamo smettere di chiedere ai ragazzi "che cosa vuoi fare da grande?" e invece chiedere "chi sei, chi vuoi essere?". Vogliamo sapere cosa ci fa felici, cosa ci fa impazzire e cosa ci fa sentire vivi. E questo è un obiettivo molto più importante di quanto non facciano i voti o le bocciature.
Infine, dobbiamo creare una scuola che sia "disegnata" per loro e non per noi adulti. Una scuola che abbia l'ora di relazione, non di lezione. E una scuola senza materie che spezzettano la conoscenza, ma con molte piante in classe a portarci via il stress
Risultato: una scuola in cui i ragazzi si sentono visti, ascoltati e valorizzati. Una scuola in cui imparare è un'avventura, non un obbligo.
Ecco cosa vogliono gli studenti. Vogliono essere visti, ascoltati e valorizzati dalla scuola. Vogliono crescere senza paura di sbagliare o deludere gli adulti. Vogliono imparare senza lezioni frontali e voti che li minano. E vogliono avere la possibilità di partecipare, di contare e di sentirsi parte della comunità scolastica.
Ma come possiamo fare ciò? Innanzitutto, dobbiamo capire il loro mondo, anche digitale. I social non sono più uno strumento, ma un luogo dove tutti coltivano relazioni e interessi. E i ChatGPT non sono solo un aiuto per fare i compiti, ma un amico sempre disponibile a cui chiedere qualsiasi dubbio.
In secondo luogo, dobbiamo smettere di chiedere ai ragazzi "che cosa vuoi fare da grande?" e invece chiedere "chi sei, chi vuoi essere?". Vogliamo sapere cosa ci fa felici, cosa ci fa impazzire e cosa ci fa sentire vivi. E questo è un obiettivo molto più importante di quanto non facciano i voti o le bocciature.
Infine, dobbiamo creare una scuola che sia "disegnata" per loro e non per noi adulti. Una scuola che abbia l'ora di relazione, non di lezione. E una scuola senza materie che spezzettano la conoscenza, ma con molte piante in classe a portarci via il stress
Risultato: una scuola in cui i ragazzi si sentono visti, ascoltati e valorizzati. Una scuola in cui imparare è un'avventura, non un obbligo.