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Mattia Caldara, il difensore che non ha avuto la fortuna che avrebbe meritato nel calcio. Con una lettera aperta, ha annunciato il suo ritiro a soli 31 anni, dopo un viaggio di 25 anni.
Un corpo falcidiato da infortunio dopo l'altro. Un sogno distrutto in pochi secondi. La sua carriera, che aveva iniziato come giovane promessa all'Atalanta, era stata segnata dalla frustrazione e dal dolore.
La prima lesione al ginocchio gli aveva fatto perdere l'occasione di diventare un calciatore. Ma Caldara non aveva arsi dalle fiamme. Era tornato in campo, cercando di ripescarsi. E poi era arrivata la seconda lesione.
La sua ultima visita da uno specialista a luglio aveva portato una diagnosi crudele: niente più cartilagine alla caviglia. "Il mio corpo mi aveva tradito" ha scritto Caldara nella lettera.
Un mondo stravolto fino al drammatico responso dell'ultima visita, quella di luglio. Una decisione che ha cambiato tutto.
La lettera di Caldara è un addio al calcio, un viaggio che ho riportato in vita con le parole del difensore milanese: "Mi sento più leggero. Mi sento libero di essere me stesso, finalmente".
Un corpo falcidiato da infortunio dopo l'altro. Un sogno distrutto in pochi secondi. La sua carriera, che aveva iniziato come giovane promessa all'Atalanta, era stata segnata dalla frustrazione e dal dolore.
La prima lesione al ginocchio gli aveva fatto perdere l'occasione di diventare un calciatore. Ma Caldara non aveva arsi dalle fiamme. Era tornato in campo, cercando di ripescarsi. E poi era arrivata la seconda lesione.
La sua ultima visita da uno specialista a luglio aveva portato una diagnosi crudele: niente più cartilagine alla caviglia. "Il mio corpo mi aveva tradito" ha scritto Caldara nella lettera.
Un mondo stravolto fino al drammatico responso dell'ultima visita, quella di luglio. Una decisione che ha cambiato tutto.
La lettera di Caldara è un addio al calcio, un viaggio che ho riportato in vita con le parole del difensore milanese: "Mi sento più leggero. Mi sento libero di essere me stesso, finalmente".