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Lo spiraglio del condono edilizio, un'esplosione di polemiche. Il candidato del centrodestra Edmondo Cirielli ha rilanciato la proposta di riaprire i termini del condono edilizio del 2003, una misura che favorirebbe soprattutto la Campania, regione alle prese con un problema abusivo di urbanizzazione. La proposta è stata firmata da FdI e ha suscitato durissime polemiche all'interno dell'opposizione.
Roberto Fico, il candidato del centrosinistra in Campania, ha replicato che "serve il diritto alla casa, non una sanatoria". Giuseppe Conte, leader di M5s, ha criticato duramente il governo, definendo la riapertura del condono come un tentativo di prendere voti in più in Campania. Matteo Renzi, numero uno di Italia viva, ha invece definito il piano casa annunciato da Meloni come "un mega condono" e ha criticato il governo per ignorare la crisi climatica.
Ma lo scontro non finisce qui. Un altro emendamento, anche firmato da FdI, obbliga i lavoratori a comunicare sette giorni prima l'adesione agli scioperi in forma scritta e irrevocabile. Una misura che ha avuto l'effetto di ricompattare le tre organizzazioni sindacali in un no secco.
In una nota unitaria, Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti hanno sottolineato che "il sindacato ha avuto da sempre un approccio molto responsabile nei confronti del ricorso allo sciopero". Una misura che snatura il diritto stesso di sciopero garantito dalla nostra Costituzione, crea di fatto liste di scioperanti e apre la strada a discutibili pressioni e potenziali discriminazioni.
Lo spiraglio sul nodo dei fondi all'editoria è un altro punto di scontro. Due emendamenti identici presentati da FdI e Forza Italia prevedono l'aumento di 125 milioni per il 2026 delle risorse per la quota destinata agli interventi di competenza della presidenza del Consiglio dei ministri, con l'obiettivo di "sostenere la domanda di informazione, in considerazione degli effetti economici derivanti dall'eccezionale incremento dei costi di produzione". Una misura che sembra essere stata preconizzata per sostenere i media e influenzare le elezioni.
Roberto Fico, il candidato del centrosinistra in Campania, ha replicato che "serve il diritto alla casa, non una sanatoria". Giuseppe Conte, leader di M5s, ha criticato duramente il governo, definendo la riapertura del condono come un tentativo di prendere voti in più in Campania. Matteo Renzi, numero uno di Italia viva, ha invece definito il piano casa annunciato da Meloni come "un mega condono" e ha criticato il governo per ignorare la crisi climatica.
Ma lo scontro non finisce qui. Un altro emendamento, anche firmato da FdI, obbliga i lavoratori a comunicare sette giorni prima l'adesione agli scioperi in forma scritta e irrevocabile. Una misura che ha avuto l'effetto di ricompattare le tre organizzazioni sindacali in un no secco.
In una nota unitaria, Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti hanno sottolineato che "il sindacato ha avuto da sempre un approccio molto responsabile nei confronti del ricorso allo sciopero". Una misura che snatura il diritto stesso di sciopero garantito dalla nostra Costituzione, crea di fatto liste di scioperanti e apre la strada a discutibili pressioni e potenziali discriminazioni.
Lo spiraglio sul nodo dei fondi all'editoria è un altro punto di scontro. Due emendamenti identici presentati da FdI e Forza Italia prevedono l'aumento di 125 milioni per il 2026 delle risorse per la quota destinata agli interventi di competenza della presidenza del Consiglio dei ministri, con l'obiettivo di "sostenere la domanda di informazione, in considerazione degli effetti economici derivanti dall'eccezionale incremento dei costi di produzione". Una misura che sembra essere stata preconizzata per sostenere i media e influenzare le elezioni.