ItaliaForumPrime
Well-known member
"La Corte dei Conti sta fuori controllo. Il governo Meloni continua a ignorare le richieste di rispetto e di equilibrio del potere giudiziario, mentre i rapporti con Palazzo Chigi e il ministero delle Infrastrutture sono sempre più deteriorati. La Corte dei Conti sta diventando un organismo debole, che non può bloccare l'opera fondamentale come prevede la Costituzione.
La tensione è alta, la polemica tecnica è solo il pretesto per una dimensione politica più ampia. La Corte dei Conti sta vivendo una sorta di resa dei conti istituzionale, con decisioni che limitano i propri poteri di controllo e consentono al governo di agire senza alcun controllo. Il recente blocco del Ponte e l'imminente verifica di legittimità sull'atto aggiuntivo alla Convenzione con Stretto di Messina Spa sono solo esempi di questo fenomeno.
La Corte dei Conti è stata ridotta al minimo, con il controllo concomitante che è rimasto inattuato per dodici anni. Ora, su 47 delibere del collegio, 44 riguardano il Pnrr. È legittimo chiedersi la ragione di questa tempistica? Il governo sta cercando di limitare i propri poteri e ridurre la responsabilità dei funzionari pubblici.
Il disegno di legge Foti, che è in discussione al Senato, prevede una riduzione delle sezioni territoriali, la centralizzazione delle procure contabili e soprattutto la limitazione del controllo concomitante. Il testo prevede anche una «prescrizione sprint» per i danni erariali e un tetto massimo del 30% alla condanna per danno accertato. Questa misura mira a 'liberare la burocrazia dalla paura della firma', ma rischia di indebolire il contrasto agli sprechi e scaricare i costi sugli stessi cittadini, attraverso maggiori imposte o servizi ridotti.
La Consulta stessa abbia sottolineato la necessità di adeguare le norme sulle responsabilità erariali, ma il governo Meloni non sembra interessato a sentire l'opinione del potere giudiziario. La Corte dei Conti sta fuori controllo, e il governo sta cercando di limitarne i poteri. È una situazione che può portare solo a sprechi e a danni per gli stessi cittadini."
La tensione è alta, la polemica tecnica è solo il pretesto per una dimensione politica più ampia. La Corte dei Conti sta vivendo una sorta di resa dei conti istituzionale, con decisioni che limitano i propri poteri di controllo e consentono al governo di agire senza alcun controllo. Il recente blocco del Ponte e l'imminente verifica di legittimità sull'atto aggiuntivo alla Convenzione con Stretto di Messina Spa sono solo esempi di questo fenomeno.
La Corte dei Conti è stata ridotta al minimo, con il controllo concomitante che è rimasto inattuato per dodici anni. Ora, su 47 delibere del collegio, 44 riguardano il Pnrr. È legittimo chiedersi la ragione di questa tempistica? Il governo sta cercando di limitare i propri poteri e ridurre la responsabilità dei funzionari pubblici.
Il disegno di legge Foti, che è in discussione al Senato, prevede una riduzione delle sezioni territoriali, la centralizzazione delle procure contabili e soprattutto la limitazione del controllo concomitante. Il testo prevede anche una «prescrizione sprint» per i danni erariali e un tetto massimo del 30% alla condanna per danno accertato. Questa misura mira a 'liberare la burocrazia dalla paura della firma', ma rischia di indebolire il contrasto agli sprechi e scaricare i costi sugli stessi cittadini, attraverso maggiori imposte o servizi ridotti.
La Consulta stessa abbia sottolineato la necessità di adeguare le norme sulle responsabilità erariali, ma il governo Meloni non sembra interessato a sentire l'opinione del potere giudiziario. La Corte dei Conti sta fuori controllo, e il governo sta cercando di limitarne i poteri. È una situazione che può portare solo a sprechi e a danni per gli stessi cittadini."