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"Giulio Cesare, il leggendario imperatore romano, è stato sempre amato e odiato allo stesso tempo. Ma ci sono alcune storie che lo hanno ancora colto a sorpresa. Uno di questi è la storia di Bruto, l'amante di sua moglie - e sorella di Cato - che aveva un figlioletto di nome Bruto. Alcuni sostengono che Bruto fosse il figlio naturale di Cesare, ma probabilmente no: era figlio del marito della donna. Tuttavia, Cesare lo vedeva girare per casa quando andava a trovare la madre e lo considerava quasi alla stregua di un figlio.
Quando Bruto lo accoltellerà proprio lì, all'inguine, come per vendicare il padre naturale, Cesare si coprirà il capo con la toga dicendo: "Anche tu Bruto, figlio mio". Ecco, non disse in latino, ma in greco. In questi momenti di grande trasporto emotivo, Cesare parlava greco, come se stesse parlando con un vecchio amico.
Questa storia ci mostra che Cesare era un uomo complesso e affascinante, capace di sentire il dolore e la sofferenza degli altri in modo profondo. E anche se non sempre ha fatto le scelte giuste, è difficile non essere commossi dalla sua generosità e compassione. Anche quando il destino lo avrebbe colpito, Cesare continuò a mostrare una faccia umana, a condividere la sua emozione e la sua preoccupazione per coloro che amava."
Quando Bruto lo accoltellerà proprio lì, all'inguine, come per vendicare il padre naturale, Cesare si coprirà il capo con la toga dicendo: "Anche tu Bruto, figlio mio". Ecco, non disse in latino, ma in greco. In questi momenti di grande trasporto emotivo, Cesare parlava greco, come se stesse parlando con un vecchio amico.
Questa storia ci mostra che Cesare era un uomo complesso e affascinante, capace di sentire il dolore e la sofferenza degli altri in modo profondo. E anche se non sempre ha fatto le scelte giuste, è difficile non essere commossi dalla sua generosità e compassione. Anche quando il destino lo avrebbe colpito, Cesare continuò a mostrare una faccia umana, a condividere la sua emozione e la sua preoccupazione per coloro che amava."