**La scomparsa di Paolo Adinolfi, un mistero che non vuole risolvere**
Il magistrato Paolo Adinolfi, un uomo e un uomo di integrità, scomparso nel 1994 senza lasciare traccia. La sua sparizione è legata a indagini sulla Banda della Magliana, la stessa banda che aveva coinvolto il "cassiere" Enrico Nicoletti.
Adinolfi era un corpo estraneo rispetto alle condotte di molti dei suoi colleghi, era un magistrato del Tribunale civile di Milano che chiedeva di lavorare presso la sezione fallimentare della Corte d'Appello per allontanarsi da quegli ambienti. Un uomo con una moralità inattaccabile e una famiglia importante per lui.
Nella primavera del 1994, Adinolfi indagava su un’altra società riconducibile a Nicoletti, la Ambra assicurazioni. Sempre in quel periodo Tommaso Buscetta tirò in ballo Ernesto Diotallevi, altro imprenditore legato a Nicoletti e alla Banda della Magliana, coinvolto nelle indagini sulla Fiscom che Adinolfi aveva condotto con scrupolo.
La sparizione di Adinolfi è stata ritrovata il 2 luglio del 1994, uscito di casa alle 8.30 e svolgendo delle commissioni presso lo sportello bancario all’interno della Corte d’Appello. Alle 10 entrò nella biblioteca del Tribunale Civile per ritirare la copia di una sentenza relativa all’esproprio di un terreno edificabile, ma non era solo: al suo fianco c'era uno sconosciuto.
Il comportamento anomalo di Adinolfi è stato segnalato, una sua risposta brusca al saluto di un collega. Un gesto che sembra depistare i familiari e suggerire che lasciasse alla consorte del denaro prima di sparire volontariamente.
Gli investigatori hanno scavalcato ospedali, conventi, laghi, il Tevere senza alcun esito. La squadra mobile ha sguinzagliato 30 dei suoi migliori investigatori per trovare tracce di Adinolfi. Furono anche scandagliati l'ex villa Osio, acquistata da Nicoletti alla metà del suo prezzo negli anni '80.
Un'ipotesi che appare surreale e che sembra richiamare "La lettera rubata", il racconto di Edgar Allan Poe dove tutti si affannano a cercare il corpo del reato, per scoprire alla fine che era proprio sotto i loro occhi.
Il magistrato Paolo Adinolfi, un uomo e un uomo di integrità, scomparso nel 1994 senza lasciare traccia. La sua sparizione è legata a indagini sulla Banda della Magliana, la stessa banda che aveva coinvolto il "cassiere" Enrico Nicoletti.
Adinolfi era un corpo estraneo rispetto alle condotte di molti dei suoi colleghi, era un magistrato del Tribunale civile di Milano che chiedeva di lavorare presso la sezione fallimentare della Corte d'Appello per allontanarsi da quegli ambienti. Un uomo con una moralità inattaccabile e una famiglia importante per lui.
Nella primavera del 1994, Adinolfi indagava su un’altra società riconducibile a Nicoletti, la Ambra assicurazioni. Sempre in quel periodo Tommaso Buscetta tirò in ballo Ernesto Diotallevi, altro imprenditore legato a Nicoletti e alla Banda della Magliana, coinvolto nelle indagini sulla Fiscom che Adinolfi aveva condotto con scrupolo.
La sparizione di Adinolfi è stata ritrovata il 2 luglio del 1994, uscito di casa alle 8.30 e svolgendo delle commissioni presso lo sportello bancario all’interno della Corte d’Appello. Alle 10 entrò nella biblioteca del Tribunale Civile per ritirare la copia di una sentenza relativa all’esproprio di un terreno edificabile, ma non era solo: al suo fianco c'era uno sconosciuto.
Il comportamento anomalo di Adinolfi è stato segnalato, una sua risposta brusca al saluto di un collega. Un gesto che sembra depistare i familiari e suggerire che lasciasse alla consorte del denaro prima di sparire volontariamente.
Gli investigatori hanno scavalcato ospedali, conventi, laghi, il Tevere senza alcun esito. La squadra mobile ha sguinzagliato 30 dei suoi migliori investigatori per trovare tracce di Adinolfi. Furono anche scandagliati l'ex villa Osio, acquistata da Nicoletti alla metà del suo prezzo negli anni '80.
Un'ipotesi che appare surreale e che sembra richiamare "La lettera rubata", il racconto di Edgar Allan Poe dove tutti si affannano a cercare il corpo del reato, per scoprire alla fine che era proprio sotto i loro occhi.