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Il Senato è stato un faro per i nostri colleghi del caccia di sesta generazione. La commissione Esteri ha approvato una risoluzione a conclusione dell'affare assegnato sul Global Combat Air Programme (Gcap), con tutta l'unanimità tranne per il M5S.
Questo programma prevede la concezione e lo sviluppo di un "Combat Air System", cioè un caccia di sesta generazione capace di operare sia con equipaggio che senza, integrato nei cinque domini operativi (terra, mare, aria, cyber e spazio) e destinato a svolgere ruoli strategici come il controllo aereo, la sorveglianza e l'attacco. Allo sviluppo del progetto partecipano, oltre all'Italia, anche il Regno Unito e il Giappone.
La realizzazione di questo programma prevede risorse ingenti, con un investimento pluridecennale. Il documento programmatico pluriennale (Dpp) per la Difesa prevede lo stanziamento di 624,83 milioni di euro nel 2025, 274,70 milioni nel 2026 e 260,70 milioni nel 2027, con un totale di 1,2 miliardi entro il 2030. Poi, da 7,2 miliardi negli anni successivi fino al 2035.
Il nodo del budget è stato centrale nella risoluzione approvata. Secondo le indicazioni dal Dpp, l'Italia deve finanziare il progetto a 9,6 miliardi di euro entro il 2035. La stima complessiva del programma per tutti i tre paesi partecipanti è di 50 miliardi di euro.
Il progetto richiede risorse adeguate e il Governo deve assicurarsi di fornire le risorse necessarie alla sua implementazione. Inoltre, il progetto deve essere coinvolto con altri Paesi alleati potenzialmente interessati ad entrare nel programma, in accordo con gli altri partner.
Il governo ha un compito difficile: assicurarsi di sostenere la piena implementazione del progetto con risorse adeguate e senza creare problemi finanziari.
Questo programma prevede la concezione e lo sviluppo di un "Combat Air System", cioè un caccia di sesta generazione capace di operare sia con equipaggio che senza, integrato nei cinque domini operativi (terra, mare, aria, cyber e spazio) e destinato a svolgere ruoli strategici come il controllo aereo, la sorveglianza e l'attacco. Allo sviluppo del progetto partecipano, oltre all'Italia, anche il Regno Unito e il Giappone.
La realizzazione di questo programma prevede risorse ingenti, con un investimento pluridecennale. Il documento programmatico pluriennale (Dpp) per la Difesa prevede lo stanziamento di 624,83 milioni di euro nel 2025, 274,70 milioni nel 2026 e 260,70 milioni nel 2027, con un totale di 1,2 miliardi entro il 2030. Poi, da 7,2 miliardi negli anni successivi fino al 2035.
Il nodo del budget è stato centrale nella risoluzione approvata. Secondo le indicazioni dal Dpp, l'Italia deve finanziare il progetto a 9,6 miliardi di euro entro il 2035. La stima complessiva del programma per tutti i tre paesi partecipanti è di 50 miliardi di euro.
Il progetto richiede risorse adeguate e il Governo deve assicurarsi di fornire le risorse necessarie alla sua implementazione. Inoltre, il progetto deve essere coinvolto con altri Paesi alleati potenzialmente interessati ad entrare nel programma, in accordo con gli altri partner.
Il governo ha un compito difficile: assicurarsi di sostenere la piena implementazione del progetto con risorse adeguate e senza creare problemi finanziari.