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Il ministro Carlo Nordio ha ottenuto un grande favore dalla maggioranza di centrodestra al Senato, con una maggioranza di 168 voti a 134 contro. Il progetto di legge costituzionale sulla giustizia è passato alla fase referendaria. La separazione delle carriere dei magistrati e la creazione dell'Alta Corte di Giustizia sono due dei punti chiave della riforma. Anche se il centrodestra si è astenuto, diversi esponenti politici di sinistra hanno deciso di votare a favore del referendum.
Antonio Di Pietro, l'ex magistrato e leader dell'Italia dei Valori, sostiene la separazione delle carriere dei magistrati: "Voterò sì al referendum. Io sono sempre stato favorevole, fin dal 1989 con la riforma del sistema inquisitorio e del sistema accusatorio". Di Pietro crede che la riforma contenga due punti fondamentali: la separazione delle carriere dei magistrati e il sorteggio per togliere potere alle correnti.
Nicola Gratteri, un altro esponente dell'Italia dei Valori, concorda con Di Pietro. "Credo che molti magistrati siano favorevoli a questa riforma", ha detto. La vera ragione per cui l'Associazione Nazionale dei Magistrati si oppone alla riforma è la costituzione dell'Alta Corte di Giustizia e il sorteggio del Consiglio Superiore della Magistratura.
A sinistra, anche Claudio Petruccioli ha espresso il suo sostegno alla riforma. Il dirigente storico del Pci e del Pds ricorda come all'epoca della Bicamerale di Massimo D'Alema sia lui e altri senatori abbiano firmato emendamenti che prevedevano proprio la ripartizione tra i percorsi dei pubblici ministeri e quelli dei giudici.
Ora, Petruccioli si trova spiazzato davanti a una riforma che era presente pure nella mozione Martina del congresso del Partito Democratico del 2019. Ma non c'è solo lui: Goffredo Bettini, Enrico Morandi, Claudia Mancini, Giorgio Tonini, Vincenzo De Luca e Stefano Ceccanti si affiancheranno a sostegno del ddl Nordio.
Emma Bonino, storica esponente del Partito radicale, sposa in toto l'impianto della riforma. "La separazione delle carriere è sempre stata una battaglia mia e di Marco Pannella", ha detto.
Antonio Di Pietro, l'ex magistrato e leader dell'Italia dei Valori, sostiene la separazione delle carriere dei magistrati: "Voterò sì al referendum. Io sono sempre stato favorevole, fin dal 1989 con la riforma del sistema inquisitorio e del sistema accusatorio". Di Pietro crede che la riforma contenga due punti fondamentali: la separazione delle carriere dei magistrati e il sorteggio per togliere potere alle correnti.
Nicola Gratteri, un altro esponente dell'Italia dei Valori, concorda con Di Pietro. "Credo che molti magistrati siano favorevoli a questa riforma", ha detto. La vera ragione per cui l'Associazione Nazionale dei Magistrati si oppone alla riforma è la costituzione dell'Alta Corte di Giustizia e il sorteggio del Consiglio Superiore della Magistratura.
A sinistra, anche Claudio Petruccioli ha espresso il suo sostegno alla riforma. Il dirigente storico del Pci e del Pds ricorda come all'epoca della Bicamerale di Massimo D'Alema sia lui e altri senatori abbiano firmato emendamenti che prevedevano proprio la ripartizione tra i percorsi dei pubblici ministeri e quelli dei giudici.
Ora, Petruccioli si trova spiazzato davanti a una riforma che era presente pure nella mozione Martina del congresso del Partito Democratico del 2019. Ma non c'è solo lui: Goffredo Bettini, Enrico Morandi, Claudia Mancini, Giorgio Tonini, Vincenzo De Luca e Stefano Ceccanti si affiancheranno a sostegno del ddl Nordio.
Emma Bonino, storica esponente del Partito radicale, sposa in toto l'impianto della riforma. "La separazione delle carriere è sempre stata una battaglia mia e di Marco Pannella", ha detto.