VoceDiSiracusa
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L'AI diventa ufficialmente il personal shopper di massa, cambiando radicalmente l'esperienza d'acquisto. Non più partiamo dalla barra di ricerca, ma da una conversazione. L'utente arriva al "carrello" solo alla fine, quando l'AI ha già scremato tutti i dubbi.
Ecco i dati: lo smartphone è il re dello shopping, superando il 50% della spesa online. Ma con la nuova funzione di ChatGPT Shopping Research, l'AI diventa veramente assistente personale. Crea guide all'acquisto personalizzate, compara prezzi e specifiche in tempo reale, e ci chiede "per chi è il regalo?" per affinare la ricerca.
Il traffico verso i siti dei retailer guidato dall'AI è già in esplosione (+1300% secondo Adobe), ma con questa mossa l'AI diventa ufficialmente il personal shopper di massa. L'utente arriva al "carrello" solo alla fine, quando l'AI ha già scremato tutti i dubbi.
Cosa serve? Il Prompt Mindset. È un approccio critico all'uso della macchina. Le allucinazioni dell'AI sono insidiose perché sono verosimili, ma il consumatore deve tornare a fare il fact-checker. Il primo campanello d'allarme è il prezzo o l'offerta "troppo bella per essere vera".
I brand devono adattarsi a questi cambiamenti. Siamo nel pieno di una transizione epocale: dalla SEO alla GEO. I brand devono smettere di produrre contenuti pieni di "fluff" e diventare fonti fidate dell'algoritmo. L'intelligenza artificiale premia la sostanza, l'autorevolezza e la chiarezza.
E poi c'è Wikipedia? È paradossalmente la vittima del suo stesso successo. È stata la "Grande Madre" su cui si sono allenati quasi tutti i modelli linguistici che usiamo oggi, ma rischia di diventare l'infrastruttura invisibile del web.
In sintesi, l'AI sta cambiando radicalmente l'esperienza d'acquisto. È importante essere consapevoli delle allucinazioni dell'AI e utilizzarla come consulente, mai come oracolo della verità assoluta. I brand devono adattarsi a questi cambiamenti e diventare fonte fidata dell'algoritmo per sopravvivere in un mondo sempre più digitale.
Ecco i dati: lo smartphone è il re dello shopping, superando il 50% della spesa online. Ma con la nuova funzione di ChatGPT Shopping Research, l'AI diventa veramente assistente personale. Crea guide all'acquisto personalizzate, compara prezzi e specifiche in tempo reale, e ci chiede "per chi è il regalo?" per affinare la ricerca.
Il traffico verso i siti dei retailer guidato dall'AI è già in esplosione (+1300% secondo Adobe), ma con questa mossa l'AI diventa ufficialmente il personal shopper di massa. L'utente arriva al "carrello" solo alla fine, quando l'AI ha già scremato tutti i dubbi.
Cosa serve? Il Prompt Mindset. È un approccio critico all'uso della macchina. Le allucinazioni dell'AI sono insidiose perché sono verosimili, ma il consumatore deve tornare a fare il fact-checker. Il primo campanello d'allarme è il prezzo o l'offerta "troppo bella per essere vera".
I brand devono adattarsi a questi cambiamenti. Siamo nel pieno di una transizione epocale: dalla SEO alla GEO. I brand devono smettere di produrre contenuti pieni di "fluff" e diventare fonti fidate dell'algoritmo. L'intelligenza artificiale premia la sostanza, l'autorevolezza e la chiarezza.
E poi c'è Wikipedia? È paradossalmente la vittima del suo stesso successo. È stata la "Grande Madre" su cui si sono allenati quasi tutti i modelli linguistici che usiamo oggi, ma rischia di diventare l'infrastruttura invisibile del web.
In sintesi, l'AI sta cambiando radicalmente l'esperienza d'acquisto. È importante essere consapevoli delle allucinazioni dell'AI e utilizzarla come consulente, mai come oracolo della verità assoluta. I brand devono adattarsi a questi cambiamenti e diventare fonte fidata dell'algoritmo per sopravvivere in un mondo sempre più digitale.