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Brunetta si ritira dall'aumento dello stipendio, dopo l'intervento della Meloni.
Un po' di polemica ha spinto Renato Brunetta a cambiare idea: il Presidente del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro ha deciso di "riprendere con effetto immediato" la sua decisione di aumentare lo stipendio, che era sceso da 250.000 euro a oltre 310.000 euro.
Il presidente del Cnel aveva stabilito l'aumento legittimamente, in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 135/2025, che aveva abolito il tetto dei 240 mila euro annui per i dirigenti pubblici.
Brunetta ha deciso di tornare indietro "per evitare che l'applicazione legittima di una sentenza della Corte costituzionale possa diventare un strumento", come ha spiegato il presidente del Cnel. Voleva quindi preservare la credibilità dell'istituzione e non permettere "riflessi negativi" su di essa.
L'aumento, che era previsto per entrare in vigore a partire dal prossimo mese, era legittimo ma ora lo stipendio torna ad essere vincolato al trattamento del Primo Presidente della Cassazione.
Un po' di polemica ha spinto Renato Brunetta a cambiare idea: il Presidente del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro ha deciso di "riprendere con effetto immediato" la sua decisione di aumentare lo stipendio, che era sceso da 250.000 euro a oltre 310.000 euro.
Il presidente del Cnel aveva stabilito l'aumento legittimamente, in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 135/2025, che aveva abolito il tetto dei 240 mila euro annui per i dirigenti pubblici.
Brunetta ha deciso di tornare indietro "per evitare che l'applicazione legittima di una sentenza della Corte costituzionale possa diventare un strumento", come ha spiegato il presidente del Cnel. Voleva quindi preservare la credibilità dell'istituzione e non permettere "riflessi negativi" su di essa.
L'aumento, che era previsto per entrare in vigore a partire dal prossimo mese, era legittimo ma ora lo stipendio torna ad essere vincolato al trattamento del Primo Presidente della Cassazione.