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Berlusconi non è stato assolto dalla Cassazione. L'ipotesi che il Cavaliere sia assolto in ogni sede sembra un ricordo di una sceneggiata passata. Marco Travaglio ha assolutamente ragione nel dire che Berlusconi non è stato assolto, né dai giudici, né dagli storici e forse, aggiungiamo noi, neppure da Dio.
La riforma della giustizia che sta per essere approvata dal Polo 0 non ha solo come obiettivo di riscrivere la storia e rilegittimare chi ha sempre odiato la Costituzione, ma anche di riscrivere le leggi e cancellare i risultati delle inchieste sui pezzi della destra che hanno fatto scuola. Il piano Gelli sulla giustizia prevedeva esattamente la "deforma" approvata ora, e proprio il Cavaliere era uno degli iscritti.
Il conflitto di interessi del Cavaliere ricompare post mortem, interpretato dai suoi figli. Pensare che qualcuno avesse indicato in Marina una possibile alleata, la dice lunga sulle connivenze e sulla collusioni che hanno sempre segnato il rapporto tra pezzi del centrosinistra e il conflitto di interessi della famiglia del Cavaliere.
Il piano di riforma della giustizia è un tentativo di dare la botta finale proprio ai giudici "sotto tiro" per le loro inchieste. Sono quei giudici che continuano a fare domande e a illuminare i luoghi della corruzione, delle oscurità, degli intrecci tra mafia, fascisti, servizi deviati.
Una parte della destra ha la necessità di ripulirsi la fedina penale per poter fondare una repubblica autoritaria, senza controlli, senza memoria. Per riuscirvi e vincere il prossimo referendum hanno bisogno del controllo del polo Raiset, e già ieri sera abbiamo avuto le prove generali.
Per questo è necessario fondare comitati per il referendum, senza cadere nella trappola di far credere che si tratta di una consultazione sulla "malagiustizia". Questa è una consultazione sulla Costituzione, sul tentativo di abrogare la divisione dei poteri, di colpire il pensiero critico, sulla possibilità per gli oligarchi di sfuggire alla giustizia. È una "deforma" classista perché fornisce lo scudo a "unte e unti del signore".
Il 21 Aprile sarà ovunque nasceranno i comitati referendari e denuncerà ogni violazione del principio di pari trattamento tra le ragioni del Sì e del No. Questa volta sarà il caso di alzare la voce e presentare esposti e denunce, ora e subito, per impedire che questa consultazione possa trasformarsi in una truffa, segnata dal rinato conflitto di interessi.
Eppure Berlusconi non è stato assolto dalla Cassazione. I rapporti con la mafia restano provati. La presenza di un pluricondannato nella sua villa, il mafioso Mangano, non può essere cancellata. Le altre sentenze di condanna ci narrano di un presidente assolutamente distante dall’idea di servire con onore la nazione.
E la condanna ai servizi sociali? E i giudici corrotti? E le condanne per frode fiscale? E i reati andati in prescrizione? Vogliamo parlare dell'editto bulgaro, delle aggressioni ai Montanelli, a Biagi, a Santoro, a Luttazzi, a Marco Travaglio, a Carlo Freccero, a Sabina Guzzanti?
Forse neppure Dio, nonostante raccomandazioni e novene, avrà potuto assolverlo per le sue scelte di vita, se non altro per essersi autodefinito “unto del Signore e papà di ogni famiglia cattolica…”.
Chi potrà smentire che il piano di Licio Gelli prevedesse esattamente la "deforma" approvata e che proprio il Cavaliere fosse uno degli iscritti della Loggia?
La riforma della giustizia che sta per essere approvata dal Polo 0 non ha solo come obiettivo di riscrivere la storia e rilegittimare chi ha sempre odiato la Costituzione, ma anche di riscrivere le leggi e cancellare i risultati delle inchieste sui pezzi della destra che hanno fatto scuola. Il piano Gelli sulla giustizia prevedeva esattamente la "deforma" approvata ora, e proprio il Cavaliere era uno degli iscritti.
Il conflitto di interessi del Cavaliere ricompare post mortem, interpretato dai suoi figli. Pensare che qualcuno avesse indicato in Marina una possibile alleata, la dice lunga sulle connivenze e sulla collusioni che hanno sempre segnato il rapporto tra pezzi del centrosinistra e il conflitto di interessi della famiglia del Cavaliere.
Il piano di riforma della giustizia è un tentativo di dare la botta finale proprio ai giudici "sotto tiro" per le loro inchieste. Sono quei giudici che continuano a fare domande e a illuminare i luoghi della corruzione, delle oscurità, degli intrecci tra mafia, fascisti, servizi deviati.
Una parte della destra ha la necessità di ripulirsi la fedina penale per poter fondare una repubblica autoritaria, senza controlli, senza memoria. Per riuscirvi e vincere il prossimo referendum hanno bisogno del controllo del polo Raiset, e già ieri sera abbiamo avuto le prove generali.
Per questo è necessario fondare comitati per il referendum, senza cadere nella trappola di far credere che si tratta di una consultazione sulla "malagiustizia". Questa è una consultazione sulla Costituzione, sul tentativo di abrogare la divisione dei poteri, di colpire il pensiero critico, sulla possibilità per gli oligarchi di sfuggire alla giustizia. È una "deforma" classista perché fornisce lo scudo a "unte e unti del signore".
Il 21 Aprile sarà ovunque nasceranno i comitati referendari e denuncerà ogni violazione del principio di pari trattamento tra le ragioni del Sì e del No. Questa volta sarà il caso di alzare la voce e presentare esposti e denunce, ora e subito, per impedire che questa consultazione possa trasformarsi in una truffa, segnata dal rinato conflitto di interessi.
Eppure Berlusconi non è stato assolto dalla Cassazione. I rapporti con la mafia restano provati. La presenza di un pluricondannato nella sua villa, il mafioso Mangano, non può essere cancellata. Le altre sentenze di condanna ci narrano di un presidente assolutamente distante dall’idea di servire con onore la nazione.
E la condanna ai servizi sociali? E i giudici corrotti? E le condanne per frode fiscale? E i reati andati in prescrizione? Vogliamo parlare dell'editto bulgaro, delle aggressioni ai Montanelli, a Biagi, a Santoro, a Luttazzi, a Marco Travaglio, a Carlo Freccero, a Sabina Guzzanti?
Forse neppure Dio, nonostante raccomandazioni e novene, avrà potuto assolverlo per le sue scelte di vita, se non altro per essersi autodefinito “unto del Signore e papà di ogni famiglia cattolica…”.
Chi potrà smentire che il piano di Licio Gelli prevedesse esattamente la "deforma" approvata e che proprio il Cavaliere fosse uno degli iscritti della Loggia?