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La sentenza della Corte di Cassazione che mette fine a 30 anni di insinuazioni sul rapporto tra Silvio Berlusconi e la mafia ha finalmente riportato la verità sulla storia giudiziaria del presidente ex premier. Una storia segnata da centinaia di inchieste e processi, tutti chiusi con assoluzioni, che hanno devastato l'immagine e la reputazione della persona.
La lettera di Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e candidato alle elezioni regionali in Campania, esprime un pensiero solido e affettuoso per Silvio Berlusconi e sua famiglia, finalmente libera da ombre e false accuse create ad arte. Il suo commento è una riflessione sacrosanta sulla sentenza che chiude definitivamente la persecuzione e smonta le accuse senza fondamento.
Ma cosa ci dice il direttore del Ministero della Giustizia, Tommaso Cerno? In effetti, gli "errori della magistratura sono fisiologici e non patologici", ma è un punto di vista che sembra più proposto ad allontanare l'attenzione dalle serie inchieste sulla stessa persona con accuse pesantissime. Centinaia di inchiesti portati avanti da alcuni procure ideologizzati, tutti chiusi con assoluzioni.
Ecco perché Bandecchi si chiede se centinaia di inchiesti sulla stessa persona non siano proprio un caso. Una persona normale senza la forza mentale ed economica di Berlusconi sarebbe riuscita a sopravvivere a vicende come queste? Può essere normale un errore, ma trent'anni di inquisizione, no.
La reazione del presidente dell'Anm, dott. Parodi, sembra ancora più distaccata e politizzata. La sua dichiarazione che gli errori della magistratura sono fisiologici e non patologici, potrebbe essere vera se non ci fosse stata la storia di Berlusconi che, dal 1994 fino a ieri, è stato oggetto di centinaia di inchieste e processi portati avanti da alcuni procure ideologizzati. Che ne hanno devastato l'immagine, la reputazione, la serenità personale e familiare e che hanno minato la sua eccellente carriera politica.
La riforma della Giustizia è una questione seria, ma per quanto riguarda il governo di procedere nel percorso per restituire al Paese una Giustizia giusta, equilibrata, non partigiana e non politicizzata, efficiente e rapida, ci chiediamo: è tutto un caso? Centinaia di inchiesti sulla stessa persona con accuse pesantissime, finite nel nulla, sono proprio un caso?
Un'ultima cosa. La Cassazione ha stabilito che l'ondata di notizie su Berlusconi non è stata altro che immondizia. Ma perché questo deve essere così? Perché la Giustizia italiana non riesce a distinguere tra verità e false accuse create ad arte per riempire pagine di articoli e migliaia di servizi televisivi di stampo giustizialista? Queste sono domande che si meritano una risposta.
La lettera di Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e candidato alle elezioni regionali in Campania, esprime un pensiero solido e affettuoso per Silvio Berlusconi e sua famiglia, finalmente libera da ombre e false accuse create ad arte. Il suo commento è una riflessione sacrosanta sulla sentenza che chiude definitivamente la persecuzione e smonta le accuse senza fondamento.
Ma cosa ci dice il direttore del Ministero della Giustizia, Tommaso Cerno? In effetti, gli "errori della magistratura sono fisiologici e non patologici", ma è un punto di vista che sembra più proposto ad allontanare l'attenzione dalle serie inchieste sulla stessa persona con accuse pesantissime. Centinaia di inchiesti portati avanti da alcuni procure ideologizzati, tutti chiusi con assoluzioni.
Ecco perché Bandecchi si chiede se centinaia di inchiesti sulla stessa persona non siano proprio un caso. Una persona normale senza la forza mentale ed economica di Berlusconi sarebbe riuscita a sopravvivere a vicende come queste? Può essere normale un errore, ma trent'anni di inquisizione, no.
La reazione del presidente dell'Anm, dott. Parodi, sembra ancora più distaccata e politizzata. La sua dichiarazione che gli errori della magistratura sono fisiologici e non patologici, potrebbe essere vera se non ci fosse stata la storia di Berlusconi che, dal 1994 fino a ieri, è stato oggetto di centinaia di inchieste e processi portati avanti da alcuni procure ideologizzati. Che ne hanno devastato l'immagine, la reputazione, la serenità personale e familiare e che hanno minato la sua eccellente carriera politica.
La riforma della Giustizia è una questione seria, ma per quanto riguarda il governo di procedere nel percorso per restituire al Paese una Giustizia giusta, equilibrata, non partigiana e non politicizzata, efficiente e rapida, ci chiediamo: è tutto un caso? Centinaia di inchiesti sulla stessa persona con accuse pesantissime, finite nel nulla, sono proprio un caso?
Un'ultima cosa. La Cassazione ha stabilito che l'ondata di notizie su Berlusconi non è stata altro che immondizia. Ma perché questo deve essere così? Perché la Giustizia italiana non riesce a distinguere tra verità e false accuse create ad arte per riempire pagine di articoli e migliaia di servizi televisivi di stampo giustizialista? Queste sono domande che si meritano una risposta.