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Il Vecchio Continente rischia di far finta di nulla, mentre la mancanza di semiconduttori minaccia di scongiurare l'industria automobilistica europea. Il problema scaturisce dall'interruzione delle esportazioni dei chip Nexperia, imposto dalla Cina dopo che un tribunale dell'Aja ha nazionalizzato la società.
L'Associazione europea dei costruttori di automobili Acea ha lanciato l'allarme, avvertendo che il divieto potrebbe causare interruzioni delle linee di assemblaggio in pochi giorni. Per il settore, il problema è grave e bisogna agire subito per uscire da questa crisi.
Il caso Volkswagen e Valeo, già stati colpiti dalla mancanza dei chip, sono stati risolti ma i problemi continuano. Mercedes ha trovato nuovi fornitori, ma la situazione è critica. Il settore sta attingendo alle scorte di riserva, ma le forniture stanno rapidamente diminuendo e ci vorranno molti mesi per costruire la capacità aggiuntiva necessaria a colmare la carenza di offerta.
Il problema dei chip si intreccia con quello delle terre rare e delle materie prime critiche, dove la dipendenza europea dalla Cina resta forte. Pechino ha introdotto nuovi controlli all'export di tecnologie legate alle terre rare e Bruxelles denuncia "danni economici e fermi produttivi" in diversi settori chiave.
Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha fatto sapere che il problema è serio e ha chiesto l'approvazione di un Chips Act 2 per garantire l'autonomia strategica europea e la salvaguardia delle nostre filiere produttive.
L'Associazione europea dei costruttori di automobili Acea ha lanciato l'allarme, avvertendo che il divieto potrebbe causare interruzioni delle linee di assemblaggio in pochi giorni. Per il settore, il problema è grave e bisogna agire subito per uscire da questa crisi.
Il caso Volkswagen e Valeo, già stati colpiti dalla mancanza dei chip, sono stati risolti ma i problemi continuano. Mercedes ha trovato nuovi fornitori, ma la situazione è critica. Il settore sta attingendo alle scorte di riserva, ma le forniture stanno rapidamente diminuendo e ci vorranno molti mesi per costruire la capacità aggiuntiva necessaria a colmare la carenza di offerta.
Il problema dei chip si intreccia con quello delle terre rare e delle materie prime critiche, dove la dipendenza europea dalla Cina resta forte. Pechino ha introdotto nuovi controlli all'export di tecnologie legate alle terre rare e Bruxelles denuncia "danni economici e fermi produttivi" in diversi settori chiave.
Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha fatto sapere che il problema è serio e ha chiesto l'approvazione di un Chips Act 2 per garantire l'autonomia strategica europea e la salvaguardia delle nostre filiere produttive.