VoceDiPalermo
Well-known member
L'arredo sartoriale sta tornando in voga, e non è più solo questione di moda. Oggi, la vera tendenza nel mondo dell'arredo e del design sembra puntare verso l'unicità, la durata e l'autenticità. Non più case che seguono la moda, ma case che la creano, riflettendo il gusto e la personalità di chi le abita.
"Il vero lusso non è il possesso, ma la cura", spiega Elisabetta Scipioni, fondatrice del laboratorio di tessitura artigianale C'era un Tessuto. "Le persone non vogliono più ambienti uguali a quelli che vedono sui social. Cercano invece qualcosa che le rappresenti davvero, che parli di loro, dei loro ricordi, dei loro gusti."
La sua filosofia è semplice ma rivoluzionaria: "abitare con consapevolezza". Scipioni crede che la bellezza nasca dal rispetto per la materia, per il tempo e per la natura. Ecco perché i tessuti naturali e sostenibili stanno guadagnando popolarità. "Non è solo una moda, ma una necessità", spiega.
Il suo laboratorio a Farfa produce tovaglie, tende e complementi d'arredo che coniugano estetica e durata. "Un divano stanco può rinascere con dei cuscini di ottima qualità, una stanza spoglia può cambiare volto con delle tende pensate per filtrare la luce nel modo giusto." Ecco perché Scipioni sostiene che i tessuti sono la pelle della casa, un organismo vivo.
La produzione artigianale si ispira ai disegni storici italiani, come le grottesche rinascimentali e le api dei Barberini. "La tradizione non va ripetuta, va tradotta", spiega Scipioni. "Da lì traiamo ispirazione, ma il risultato deve parlare al presente."
Il trend del momento è la casa esperienziale, dove ogni elemento è parte di una narrazione personale. E i tessuti diventano protagonisti. "Le persone hanno riscoperto il valore dell'abitare", osserva Scipioni. "La pandemia ci ha insegnato che la casa è il nostro rifugio, e oggi vogliamo che sia anche bella, accogliente e vera."
In un periodo in cui l'artigianato italiano deve competere con produzioni industriali sempre più globalizzate, la storia di Elisabetta Scipioni è un esempio di resilienza e visione. Dal borgo di Farfa, un luogo di silenzio e spiritualità immerso nella natura sabina, il suo lavoro contribuisce a mantenere vivo un patrimonio di competenze e cultura materiale.
"Il vero lusso non è il possesso, ma la cura", spiega Elisabetta Scipioni, fondatrice del laboratorio di tessitura artigianale C'era un Tessuto. "Le persone non vogliono più ambienti uguali a quelli che vedono sui social. Cercano invece qualcosa che le rappresenti davvero, che parli di loro, dei loro ricordi, dei loro gusti."
La sua filosofia è semplice ma rivoluzionaria: "abitare con consapevolezza". Scipioni crede che la bellezza nasca dal rispetto per la materia, per il tempo e per la natura. Ecco perché i tessuti naturali e sostenibili stanno guadagnando popolarità. "Non è solo una moda, ma una necessità", spiega.
Il suo laboratorio a Farfa produce tovaglie, tende e complementi d'arredo che coniugano estetica e durata. "Un divano stanco può rinascere con dei cuscini di ottima qualità, una stanza spoglia può cambiare volto con delle tende pensate per filtrare la luce nel modo giusto." Ecco perché Scipioni sostiene che i tessuti sono la pelle della casa, un organismo vivo.
La produzione artigianale si ispira ai disegni storici italiani, come le grottesche rinascimentali e le api dei Barberini. "La tradizione non va ripetuta, va tradotta", spiega Scipioni. "Da lì traiamo ispirazione, ma il risultato deve parlare al presente."
Il trend del momento è la casa esperienziale, dove ogni elemento è parte di una narrazione personale. E i tessuti diventano protagonisti. "Le persone hanno riscoperto il valore dell'abitare", osserva Scipioni. "La pandemia ci ha insegnato che la casa è il nostro rifugio, e oggi vogliamo che sia anche bella, accogliente e vera."
In un periodo in cui l'artigianato italiano deve competere con produzioni industriali sempre più globalizzate, la storia di Elisabetta Scipioni è un esempio di resilienza e visione. Dal borgo di Farfa, un luogo di silenzio e spiritualità immerso nella natura sabina, il suo lavoro contribuisce a mantenere vivo un patrimonio di competenze e cultura materiale.