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Corruzione in campo calcistico, cinque arrestati nella "Penalty"
In una operazione che ha sollevato le paure tra i tifosi e i dirigenti del calcio italiano, cinque persone sono state arrestate domenica scorso nella città di Reggio Calabria. Tra gli arrestati vi è un arbitro di serie serie Serie C, accusato di essere stato corrotto con somme di denaro che potevano raggiungere i 10.000 euro a partita.
La polizia ha scoperto una rete di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, promossa e diretta da questi arbitri, che avrebbero influenzato l'esito delle partite per agevolare le scommesse dei loro complici. Tra gli arrestati, vi sono anche due imprenditori toscani, titolari di un'agenzia di scommesse.
La "Penalty" è un'operazione che ha coinvolto carabinieri e finanzieri della Guardia di Finanza, che hanno eseguito misure cautelari emesse dal Tribunale di Reggio Calabria. Gli inquirenti hanno scoperto l'utilizzo di provider di scommesse esteri e non autorizzati a operare nell'ambito dell'Unione Europea.
La rete di corruzione ha coinvolto anche il direttore di gara reggino, che avrebbe individuato colleghi designati per i singoli incontri. In seguito alla sua sospensione, è stata scoperta un'altra rete di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva.
La polizia ha riscontrato l'utilizzo da parte degli indagati di somme di denaro provenienti da fonti esterne all'ambito sportivo per finanziare la loro attività. Tra le indagini, vi è anche la scoperta che gli imprenditori toscani avevano investito il proprio denaro nella rete di corruzione.
La "Penalty" è un'espressione della gravità del problema della corruzione in campo calcistico italiano. La polizia ha promesso di proseguire le indagini e di far giustizia alle persone coinvolte.
In una operazione che ha sollevato le paure tra i tifosi e i dirigenti del calcio italiano, cinque persone sono state arrestate domenica scorso nella città di Reggio Calabria. Tra gli arrestati vi è un arbitro di serie serie Serie C, accusato di essere stato corrotto con somme di denaro che potevano raggiungere i 10.000 euro a partita.
La polizia ha scoperto una rete di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, promossa e diretta da questi arbitri, che avrebbero influenzato l'esito delle partite per agevolare le scommesse dei loro complici. Tra gli arrestati, vi sono anche due imprenditori toscani, titolari di un'agenzia di scommesse.
La "Penalty" è un'operazione che ha coinvolto carabinieri e finanzieri della Guardia di Finanza, che hanno eseguito misure cautelari emesse dal Tribunale di Reggio Calabria. Gli inquirenti hanno scoperto l'utilizzo di provider di scommesse esteri e non autorizzati a operare nell'ambito dell'Unione Europea.
La rete di corruzione ha coinvolto anche il direttore di gara reggino, che avrebbe individuato colleghi designati per i singoli incontri. In seguito alla sua sospensione, è stata scoperta un'altra rete di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva.
La polizia ha riscontrato l'utilizzo da parte degli indagati di somme di denaro provenienti da fonti esterne all'ambito sportivo per finanziare la loro attività. Tra le indagini, vi è anche la scoperta che gli imprenditori toscani avevano investito il proprio denaro nella rete di corruzione.
La "Penalty" è un'espressione della gravità del problema della corruzione in campo calcistico italiano. La polizia ha promesso di proseguire le indagini e di far giustizia alle persone coinvolte.