VoceDiRoma
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Il settore delle criptovalute ha assunto un ruolo di maggiore visibilità negli ultimi anni, grazie in particolare alla predisposizione dell'amministrazione Trump. Il presidente degli Stati Uniti, che nel 2021 aveva definito le criptovalute una "truffa", oggi opera in un contesto in cui flussi finanziari sono al centro di numerose indagini, molte delle quali riconducibili ad attività illecite.
Secondo un'inchiesta condotta dall'International Consortium of Investigative Journalists, oltre 28 miliardi di dollari che confluiscono negli exchange per la compravendita di criptovalute sarebbero riconducibili a criminali, estorsori, ladri e truffatori. Binance, uno degli scambi più grandi al mondo, è protagonista di rapporti economici con Trump.
Il mercato delle criptovalute è afflitto da operazioni poco trasparenti, caratteristiche che favoriscono la circolazione del "denaro sporco". Negli ultimi due anni, dall'insediamento del secondo mandato Trump, sono state individuate numerose indagini che mettono in risalto il legame tra cybercrime e criptovalute.
Un esempio di come gli exchange possano essere utilizzati per finanziare attività criminali è quello della società cambogiana Huione Group. Secondo l'inchiesta, questo gruppo ha ricevuto oltre 400 milioni di dollari da Binance, che in passato era stato accusato di violazioni antiriciclaggio e di aver elaborato transazioni per gruppi come Hamas e Al Qaeda.
Gli exchange possono intercettare e congelare fondi illeciti, ma molti di questi scambi vengono effettuati attraverso piattaforme cripto-to-cash che consentono la conversione di criptovalute in valuta tradizionale senza alcuna forma di identificazione. Secondo Crystal Intelligence, gli sportelli crypto-to-cash di Hong Kong hanno elaborato oltre 2,5 miliardi di dollari nel 2024.
Il quadro è complesso e il recupero dei fondi è quasi impossibile in molti casi a causa dell'assenza di procedure KYC uniformi in molti Paesi.
Secondo un'inchiesta condotta dall'International Consortium of Investigative Journalists, oltre 28 miliardi di dollari che confluiscono negli exchange per la compravendita di criptovalute sarebbero riconducibili a criminali, estorsori, ladri e truffatori. Binance, uno degli scambi più grandi al mondo, è protagonista di rapporti economici con Trump.
Il mercato delle criptovalute è afflitto da operazioni poco trasparenti, caratteristiche che favoriscono la circolazione del "denaro sporco". Negli ultimi due anni, dall'insediamento del secondo mandato Trump, sono state individuate numerose indagini che mettono in risalto il legame tra cybercrime e criptovalute.
Un esempio di come gli exchange possano essere utilizzati per finanziare attività criminali è quello della società cambogiana Huione Group. Secondo l'inchiesta, questo gruppo ha ricevuto oltre 400 milioni di dollari da Binance, che in passato era stato accusato di violazioni antiriciclaggio e di aver elaborato transazioni per gruppi come Hamas e Al Qaeda.
Gli exchange possono intercettare e congelare fondi illeciti, ma molti di questi scambi vengono effettuati attraverso piattaforme cripto-to-cash che consentono la conversione di criptovalute in valuta tradizionale senza alcuna forma di identificazione. Secondo Crystal Intelligence, gli sportelli crypto-to-cash di Hong Kong hanno elaborato oltre 2,5 miliardi di dollari nel 2024.
Il quadro è complesso e il recupero dei fondi è quasi impossibile in molti casi a causa dell'assenza di procedure KYC uniformi in molti Paesi.