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La morte improvvisa degli atleti maratoneti Alberto Zordan e Anna Zilio ha scatenato un'onda di sospetti e dubbi sulla possibilità che le due morti siano state causate dal doping. I due atleti, entrambi seguiti da l'allenatore Dario Meneghini, avevano una lunga relazione con il negozio Km Sport di Emanuele Marchi, dove Anna Zilio lavorava come dipendente.
La Procura di Vicenza e Verona ha sequestrato i certificati medici degli atleti, che ora saranno analizzati per escludere l'ipotesi del doping. Il procuratore vicentino Lino Bruno riferisce che "stiamo attendendo l'esito delle analisi tossicologiche", ma al momento non hanno evidenze che spieghino la morte improvvisa degli atleti.
La squadra Km Sport è stata travolta dai sospetti e molti dei suoi iscritti stanno chiedendo spiegazioni. "Non possiamo sapere cosa fanno tutti, noi rispettiamo le regole", dice Emanuele Marchi. Ma i sussurrati sulla possibilità che gli atleti abbiano ricercato il doping sono non possono essere ignorati.
La famiglia di Anna Zilio si è affidata all'avvocato Marco Pezzotti per seguire la vicenda, e hanno richiesto il referto dell'autopsia. I familiari degli atleti vogliono risposte perché Anna era una persona molto attenta all'alimentazione e non consumava alcolici o fumava.
I controlli antidoping sono sempre più stretti per gli atleti, ma la possibilità che qualcuno corra il rischio di essere sospettato di doping è un tema difficile da affrontare. "Tutti sanno che possono incorrere in questo tipo di verifiche", dice Emanuele Marchi.
La Procura di Vicenza e Verona ha sequestrato i certificati medici degli atleti, che ora saranno analizzati per escludere l'ipotesi del doping. Il procuratore vicentino Lino Bruno riferisce che "stiamo attendendo l'esito delle analisi tossicologiche", ma al momento non hanno evidenze che spieghino la morte improvvisa degli atleti.
La squadra Km Sport è stata travolta dai sospetti e molti dei suoi iscritti stanno chiedendo spiegazioni. "Non possiamo sapere cosa fanno tutti, noi rispettiamo le regole", dice Emanuele Marchi. Ma i sussurrati sulla possibilità che gli atleti abbiano ricercato il doping sono non possono essere ignorati.
La famiglia di Anna Zilio si è affidata all'avvocato Marco Pezzotti per seguire la vicenda, e hanno richiesto il referto dell'autopsia. I familiari degli atleti vogliono risposte perché Anna era una persona molto attenta all'alimentazione e non consumava alcolici o fumava.
I controlli antidoping sono sempre più stretti per gli atleti, ma la possibilità che qualcuno corra il rischio di essere sospettato di doping è un tema difficile da affrontare. "Tutti sanno che possono incorrere in questo tipo di verifiche", dice Emanuele Marchi.