Tunisi, 22 ottobre 2025. Un'altra tragedia nel Mediterraneo: quaranta migranti subsahariani sono stati trovati tra le vittime di un naufragio al largo della costa di Salakta, nel governatorato di Mahdia. Tra gli emersi ci sono anche neonati, vittime della brutalità del mare.
La notizia è stata diffusa dalla radio locale Mosaique, che cita il portavoce del tribunale di Mahdia, Walid Chatrbi. La guardia costiera tunisina ha risparmiato solo 30 vite tra le 70 persone a bordo quando la barca si è ribaltata in mare.
Le indagini iniziali indicano che c'erano 70 persone a bordo della barca, una vera e propria nave di speranza per chi cerca una vita migliore all'estero. Ma al posto dell'illusione, sono state trovate quaranta corpi, alcuni neonati ancora prigionieri nel ventre materno dei loro genitori. Solo 30 persone sono state salvate, vittime della fortuna che spesso decide la vita o la morte in queste tragiche situazioni.
Le vittime erano tutti provenienti da paesi africani subsahariani, vittime della povertà e della fame. Ma non solo: sono state vittime anche del traffico di esseri umani e dell'immigrazione clandestina. Un'inchiesta è stata aperta in queste vicende.
La costa tunisina, situata a circa 145 chilometri da Lampedusa, è uno snodo chiave per le schiere di migranti africani che tentano di raggiungere l'Europa via mare. E proprio da qui partono molti dei barconi diretti in Italia. Oggi, a Lampedusa, sono stati registrati almeno sette sbarchi: tre provenienti da Sfax e Sidi Mansour, e gli altri da Zuara, Zwara, Homs e Tripoli in Libia. In compenso, sono arrivati 326 migranti.
Il Tunisia ha firmato un accordo con l'Unione Europea per combattere l'immigrazione illegale, destinando quasi la metà del finanziamento a questa causa. Ma il risultato è stato un forte calo delle partenze verso l'Italia. Dall'inizio del 2025, secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, sono sbarcate sulle coste italiane 55.976 persone, la stragrande maggioranza provenienti dalla Libia e solo 3.947 dalla Tunisia. Le autorità tunisine hanno iniziato a smantellare i campi informali per migranti vicino a Sfax all'inizio di aprile, che ospitavano un totale di circa 20.000 persone.
Eppure, la guerra continua senza fine, e le vittime non sembrano mai finire. Il presidente tunisino Kais Saied ha invitato l'Oim a intensificare gli sforzi per garantire il "rimpatrio volontario" dei migranti irregolari nei loro Paesi, ma la realtà è molto più complessa di una semplice richiesta politica.
La notizia è stata diffusa dalla radio locale Mosaique, che cita il portavoce del tribunale di Mahdia, Walid Chatrbi. La guardia costiera tunisina ha risparmiato solo 30 vite tra le 70 persone a bordo quando la barca si è ribaltata in mare.
Le indagini iniziali indicano che c'erano 70 persone a bordo della barca, una vera e propria nave di speranza per chi cerca una vita migliore all'estero. Ma al posto dell'illusione, sono state trovate quaranta corpi, alcuni neonati ancora prigionieri nel ventre materno dei loro genitori. Solo 30 persone sono state salvate, vittime della fortuna che spesso decide la vita o la morte in queste tragiche situazioni.
Le vittime erano tutti provenienti da paesi africani subsahariani, vittime della povertà e della fame. Ma non solo: sono state vittime anche del traffico di esseri umani e dell'immigrazione clandestina. Un'inchiesta è stata aperta in queste vicende.
La costa tunisina, situata a circa 145 chilometri da Lampedusa, è uno snodo chiave per le schiere di migranti africani che tentano di raggiungere l'Europa via mare. E proprio da qui partono molti dei barconi diretti in Italia. Oggi, a Lampedusa, sono stati registrati almeno sette sbarchi: tre provenienti da Sfax e Sidi Mansour, e gli altri da Zuara, Zwara, Homs e Tripoli in Libia. In compenso, sono arrivati 326 migranti.
Il Tunisia ha firmato un accordo con l'Unione Europea per combattere l'immigrazione illegale, destinando quasi la metà del finanziamento a questa causa. Ma il risultato è stato un forte calo delle partenze verso l'Italia. Dall'inizio del 2025, secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, sono sbarcate sulle coste italiane 55.976 persone, la stragrande maggioranza provenienti dalla Libia e solo 3.947 dalla Tunisia. Le autorità tunisine hanno iniziato a smantellare i campi informali per migranti vicino a Sfax all'inizio di aprile, che ospitavano un totale di circa 20.000 persone.
Eppure, la guerra continua senza fine, e le vittime non sembrano mai finire. Il presidente tunisino Kais Saied ha invitato l'Oim a intensificare gli sforzi per garantire il "rimpatrio volontario" dei migranti irregolari nei loro Paesi, ma la realtà è molto più complessa di una semplice richiesta politica.