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Una decisione del Cipess che, forse, si aspettava non sarebbe stata seguita: la Corte dei Conti non ha accettato le spese di 13,5 miliardi per il Ponte sullo Stretto. La Sezione centrale dei magistrati contabili, infatti, ha accolto le "riserve" espresse dalla magistrata delegata Carmela Mirabella in apertura della camera di consiglio.
Il progetto del Ponte sullo Stretto, che sarà un'opera pubblica di grande impatto economico e sociale, è sempre stato al centro delle discussioni e dei dubbi. I chiarimenti arrivati dai ministeri competenti e dalla società Stretto di Messina non sono stati in grado di superare i dubbi espressi già un mese fa dalla Corte che aveva rifiutato la bollinatura del testo e poi, successivamente, rimandata la decisione alla Sezione centrale.
La Corte dei Conti ha trovato irregolarità nell'affidabilità delle stime di traffico, nella conformità del progetto definitivo alle normative ambientali, antisismiche e alle regole europee sul superamento del 50% del costo iniziale. Inoltre, la sezione ha sollevato diverse eccezioni, tra queste anche quella sulla competenza del Cipess, considerato un organo "politico".
I dubbi si concentrano soprattutto sulle tariffe, il progetto esecutivo e il carattere d'urgenza. La delibera Iropi che aveva dato al Ponte il carattere di opera urgente e di necessità per lo Stato non è stata seguita dalla Corte dei Conti.
Il ministro dei Trasporti, Meloni, ha sempre sottolineato che nessuna opera sarà definitivamente trincerata per pagare il Ponte. "Che un Ponte non abbia interesse pubblico lo scopro oggi", ha detto al deputato Angelo Bonelli. Il vicepremier ha anche affermato che l'opera coinvolgerà 120mila posti di lavoro e quindi dire di no a questi posti di lavoro è "curioso da parte di alcune forze politiche o sindacali di sinistra".
Il silenzio del consorzio Eurolink, guidato dalla società Webuild, e dell'azienda Stretto di Messina si è notato. Pietro Ciucci, l'ad della società Stretto di Messina, ha dichiarato di essere "sorpreso della decisione" e di aver sempre agito nel rispetto delle norme.
La Corte dei Conti ha trovato irregolarità nell'affidabilità delle stime di traffico, nella conformità del progetto definitivo alle normative ambientali, antisismiche e alle regole europee sul superamento del 50% del costo iniziale. La decisione della Corte dei Conti non è seguita da nessuno.
Il progetto del Ponte sullo Stretto, che sarà un'opera pubblica di grande impatto economico e sociale, è sempre stato al centro delle discussioni e dei dubbi. I chiarimenti arrivati dai ministeri competenti e dalla società Stretto di Messina non sono stati in grado di superare i dubbi espressi già un mese fa dalla Corte che aveva rifiutato la bollinatura del testo e poi, successivamente, rimandata la decisione alla Sezione centrale.
La Corte dei Conti ha trovato irregolarità nell'affidabilità delle stime di traffico, nella conformità del progetto definitivo alle normative ambientali, antisismiche e alle regole europee sul superamento del 50% del costo iniziale. Inoltre, la sezione ha sollevato diverse eccezioni, tra queste anche quella sulla competenza del Cipess, considerato un organo "politico".
I dubbi si concentrano soprattutto sulle tariffe, il progetto esecutivo e il carattere d'urgenza. La delibera Iropi che aveva dato al Ponte il carattere di opera urgente e di necessità per lo Stato non è stata seguita dalla Corte dei Conti.
Il ministro dei Trasporti, Meloni, ha sempre sottolineato che nessuna opera sarà definitivamente trincerata per pagare il Ponte. "Che un Ponte non abbia interesse pubblico lo scopro oggi", ha detto al deputato Angelo Bonelli. Il vicepremier ha anche affermato che l'opera coinvolgerà 120mila posti di lavoro e quindi dire di no a questi posti di lavoro è "curioso da parte di alcune forze politiche o sindacali di sinistra".
Il silenzio del consorzio Eurolink, guidato dalla società Webuild, e dell'azienda Stretto di Messina si è notato. Pietro Ciucci, l'ad della società Stretto di Messina, ha dichiarato di essere "sorpreso della decisione" e di aver sempre agito nel rispetto delle norme.
La Corte dei Conti ha trovato irregolarità nell'affidabilità delle stime di traffico, nella conformità del progetto definitivo alle normative ambientali, antisismiche e alle regole europee sul superamento del 50% del costo iniziale. La decisione della Corte dei Conti non è seguita da nessuno.