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La prossima tornata del concorso Pnrr 3 porterà con sé la possibilità di vincere quasi 60 mila posti vacanti in tutta Italia. I concorsi, che hanno già visto entrare in ruolo circa 40-45 mila insegnanti, devono completare l'obbiettivo previsto dal piano nazionale di recupero e riforma (Pnrr) assicurando l'assunzione di altri 30 mila docenti. I posti comuni, i posti di sostegno e quelli per la scuola primaria sono tutti in palio.
Il Ministero dell'Istruzione ha pubblicato le date della prova scritta del terzo e ultimo concorso Pnrr. Si parte il 27 novembre con la procedura per l'accesso ai ruoli negli asili e nelle scuole elementari, mentre i docenti delle medie e delle superiori dovranno affrontare la prova il 1° al 5 dicembre.
La prova scritta si compone di 50 quesiti a risposta multipla da svolgere in 100 minuti, su argomenti di ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico. Il punteggio minimo per essere ammessi all'orale è di 70/100.
La posta in gioco è un totale di 58.135 posti, 27.376 per la scuola primaria e dell'infanzia e 30.759 per le scuole medie e superiori. La forzatura dei tempi imposta dagli accordi presi con la Commissione europea ha sollevato critiche da parte dei sindacati, che sostengono che il Ministero non ha ancora noto i numeri effettivi delle immissioni in ruolo di quest'anno.
Il Ministero dell'Istruzione ha pubblicato le date della prova scritta del terzo e ultimo concorso Pnrr. Si parte il 27 novembre con la procedura per l'accesso ai ruoli negli asili e nelle scuole elementari, mentre i docenti delle medie e delle superiori dovranno affrontare la prova il 1° al 5 dicembre.
La prova scritta si compone di 50 quesiti a risposta multipla da svolgere in 100 minuti, su argomenti di ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico. Il punteggio minimo per essere ammessi all'orale è di 70/100.
La posta in gioco è un totale di 58.135 posti, 27.376 per la scuola primaria e dell'infanzia e 30.759 per le scuole medie e superiori. La forzatura dei tempi imposta dagli accordi presi con la Commissione europea ha sollevato critiche da parte dei sindacati, che sostengono che il Ministero non ha ancora noto i numeri effettivi delle immissioni in ruolo di quest'anno.