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L'Italia si trova ormai nella fase decisiva della sua transizione verso un sistema sanitario digitale più predittivo, personalizzato e continuo. L'intelligenza artificiale (IA) è diventata la leva strategica per sostenibilità e trasformazione del Servizio sanitario nazionale.
La spesa in AI & Analytics nel settore sanitario italiano è salita del 90% in soli tre anni, da 120,9 milioni nel 2022 a 153,8 milioni nel 2023, fino a raggiungere 191 milioni nel 2024. Le previsioni per il 2025 parlano di 228,1 milioni: un segno che l'IA non è più considerata come progetto pilota, ma come strumento fondamentale per migliorare la qualità e la sostenibilità del sistema sanitario.
Ma la trasformazione digitale della sanità non viene ancora vista come un fenomeno unificato e coordinato. La carenza di interoperabilità semantica e una governance ancora non pienamente integrata tra ospedale, territorio e sociale rimangono le grandi sfide da superare.
Le Regioni del Nord sono avanzate con più lentezza nell'impiego dell'IA, ma il processo di diffusione è ormai sistemico: l'AI viene impiegata nell'automazione amministrativa (91%), nella simulazione della spesa sanitaria (60%), in diagnostica (57%), nella gestione delle liste d'attesa e nell'ottimizzazione degli acquisti (entrambe al 50%).
Tuttavia, anche se i benefici dell'IA già sono visibili - come una rapida decisione e un miglioramento della qualità assistenziale - le barriere non mancano: carenza di competenze (indicate dal 73% dei direttori generali), costi elevati, frammentazione dei dati e timori legati alla privacy.
Da qui l'urgenza della formazione e della creazione di team multidisciplinari capaci di governare tecnologie sempre più complesse. L'83% delle Regioni prevede piattaforme dedicate ad assistere i clinici nella scelta delle terapie più appropriate. Altri obiettivi sono l'estensione del Fascicolo Sanitario Elettronico ai dati genetici e ambientali, la realizzazione di data lake cliniche e repository centralizzati di informazioni eterogenee utili a sviluppare modelli predittivi avanzati.
La spesa in AI & Analytics nel settore sanitario italiano è salita del 90% in soli tre anni, da 120,9 milioni nel 2022 a 153,8 milioni nel 2023, fino a raggiungere 191 milioni nel 2024. Le previsioni per il 2025 parlano di 228,1 milioni: un segno che l'IA non è più considerata come progetto pilota, ma come strumento fondamentale per migliorare la qualità e la sostenibilità del sistema sanitario.
Ma la trasformazione digitale della sanità non viene ancora vista come un fenomeno unificato e coordinato. La carenza di interoperabilità semantica e una governance ancora non pienamente integrata tra ospedale, territorio e sociale rimangono le grandi sfide da superare.
Le Regioni del Nord sono avanzate con più lentezza nell'impiego dell'IA, ma il processo di diffusione è ormai sistemico: l'AI viene impiegata nell'automazione amministrativa (91%), nella simulazione della spesa sanitaria (60%), in diagnostica (57%), nella gestione delle liste d'attesa e nell'ottimizzazione degli acquisti (entrambe al 50%).
Tuttavia, anche se i benefici dell'IA già sono visibili - come una rapida decisione e un miglioramento della qualità assistenziale - le barriere non mancano: carenza di competenze (indicate dal 73% dei direttori generali), costi elevati, frammentazione dei dati e timori legati alla privacy.
Da qui l'urgenza della formazione e della creazione di team multidisciplinari capaci di governare tecnologie sempre più complesse. L'83% delle Regioni prevede piattaforme dedicate ad assistere i clinici nella scelta delle terapie più appropriate. Altri obiettivi sono l'estensione del Fascicolo Sanitario Elettronico ai dati genetici e ambientali, la realizzazione di data lake cliniche e repository centralizzati di informazioni eterogenee utili a sviluppare modelli predittivi avanzati.