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La ripresa post-Covid, promessa da un piano economico di miliardi, si rivela una illusione. La Corte dei conti europea ha avvertito che l'investimento di 109 miliardi di euro destinato a riformare l'ambiente imprenditoriale dell'Unione europea è stato "penalizzato da una progettazione inadeguata e un'attuazione lenta e disomogenea".
Secondo i risultati del nuovo rapporto, il programma per la ripresa, noto come Recovery and Resilience Facility (RRF), non ha prodotto i risultati sperati. I fondi destinati all'imprenditoria hanno finora prodotto un ritorno minimo sugli investimenti destinati alle riforme economiche. I piani nazionali di ripresa, infatti, hanno affrontato solo una parte significativa delle raccomandazioni di riforma dell'UE.
La Corte dei conti europea ha rilevato che senza una progettazione adeguata, anche un finanziamento significativo non porterà risultati. "Senza una progettazione adeguata... anche un finanziamento significativo non porterà risultati", ha dichiarato Ivana Maletić della Corte dei conti europea.
La critica del rapporto si concentra soprattutto sulla componente imprenditoriale, che è stata penalizzata da un'attuazione lenta e disomogenea. I piani nazionali di ripresa dovrebbero affrontare efficacemente tutte le raccomandazioni di riforma dell'UE, ma solo il 26% delle raccomandazioni è stato affrontato in modo sostanziale.
La Commissione europea approva comunque i piani, indipendentemente dalla loro qualità. "Com’è possibile che questo sia giusto?" ha chiesto Maletić, presentando il rapporto ai giornalisti. La critica del rapporto si estende anche alla componente finanziaria, che rischia di produrre risultati ancora peggiori in futuro.
Il programma per la ripresa post-Covid è stato pensato per spendere 650 miliardi di euro, ma i risultati sono stati scettici fin dall'inizio. La Corte dei conti europea ha rilevato che solo 7 delle 25 tappe concordate sono state completate nei tempi previsti.
La critica del rapporto si rivolge anche alla Commissione europea, che approva comunque i piani di ripresa senza controllare la loro qualità. "È la cosa più difficile che abbiamo dovuto controllare", ha dichiarato il presidente dell'ECA Tony Murphy a luglio.
La ripresa post-Covid è quindi una prospettiva sempre più lontana, e la Corte dei conti europea continua a segnalare i problemi e le lacune del programma. La questione è se la Commissione europea riuscirà a correggere gli errori e a creare un piano di ripresa efficace prima della scadenza del prestito nel 2026.
Secondo i risultati del nuovo rapporto, il programma per la ripresa, noto come Recovery and Resilience Facility (RRF), non ha prodotto i risultati sperati. I fondi destinati all'imprenditoria hanno finora prodotto un ritorno minimo sugli investimenti destinati alle riforme economiche. I piani nazionali di ripresa, infatti, hanno affrontato solo una parte significativa delle raccomandazioni di riforma dell'UE.
La Corte dei conti europea ha rilevato che senza una progettazione adeguata, anche un finanziamento significativo non porterà risultati. "Senza una progettazione adeguata... anche un finanziamento significativo non porterà risultati", ha dichiarato Ivana Maletić della Corte dei conti europea.
La critica del rapporto si concentra soprattutto sulla componente imprenditoriale, che è stata penalizzata da un'attuazione lenta e disomogenea. I piani nazionali di ripresa dovrebbero affrontare efficacemente tutte le raccomandazioni di riforma dell'UE, ma solo il 26% delle raccomandazioni è stato affrontato in modo sostanziale.
La Commissione europea approva comunque i piani, indipendentemente dalla loro qualità. "Com’è possibile che questo sia giusto?" ha chiesto Maletić, presentando il rapporto ai giornalisti. La critica del rapporto si estende anche alla componente finanziaria, che rischia di produrre risultati ancora peggiori in futuro.
Il programma per la ripresa post-Covid è stato pensato per spendere 650 miliardi di euro, ma i risultati sono stati scettici fin dall'inizio. La Corte dei conti europea ha rilevato che solo 7 delle 25 tappe concordate sono state completate nei tempi previsti.
La critica del rapporto si rivolge anche alla Commissione europea, che approva comunque i piani di ripresa senza controllare la loro qualità. "È la cosa più difficile che abbiamo dovuto controllare", ha dichiarato il presidente dell'ECA Tony Murphy a luglio.
La ripresa post-Covid è quindi una prospettiva sempre più lontana, e la Corte dei conti europea continua a segnalare i problemi e le lacune del programma. La questione è se la Commissione europea riuscirà a correggere gli errori e a creare un piano di ripresa efficace prima della scadenza del prestito nel 2026.