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I medici e i notai si prendono la prima posizione nella classifica dei redditi più alti a Roma, con uno stipendio lordo annuo che sfiora i centomila euro. I farmacisti e gli ingegneri si seguono, con redditi medi di 107 mila e 57 mila euro rispettivamente.
In media, il reddito annuo dichiarato per un romano è intorno ai 31 mila euro, ma ci sono squilibri significativi tra le aree più sviluppate e le più povere. Gli under 30 guadagnano in media il 40 per cento in meno rispetto alla media generale.
Gli over 60 mantengono redditi stabili grazie ai contratti di lunga durata firmati in passato e alle pensioni indicizzate. I pensionati sono quelli che hanno visto il maggior incremento medio del 5,9 per cento.
La disuguaglianza salariale tra uomini e donne è ancora un problema grave a Roma, con un gap retributivo medio dell'11,8 per cento. Le donne guadagnano in media il 30 per cento in meno rispetto agli uomini, soprattutto nel settore privato.
La Cisl di Roma Capitale e Rieti ha richiesto politiche che includano la valorizzazione del lavoro femminile attraverso una contrattazione decentrata. "È necessario intervenire e mettere al centro della nostra azione politica e sindacale questo dato", sottolinea Rosita Pelecca, segretaria generale.
In media, il reddito annuo dichiarato per un romano è intorno ai 31 mila euro, ma ci sono squilibri significativi tra le aree più sviluppate e le più povere. Gli under 30 guadagnano in media il 40 per cento in meno rispetto alla media generale.
Gli over 60 mantengono redditi stabili grazie ai contratti di lunga durata firmati in passato e alle pensioni indicizzate. I pensionati sono quelli che hanno visto il maggior incremento medio del 5,9 per cento.
La disuguaglianza salariale tra uomini e donne è ancora un problema grave a Roma, con un gap retributivo medio dell'11,8 per cento. Le donne guadagnano in media il 30 per cento in meno rispetto agli uomini, soprattutto nel settore privato.
La Cisl di Roma Capitale e Rieti ha richiesto politiche che includano la valorizzazione del lavoro femminile attraverso una contrattazione decentrata. "È necessario intervenire e mettere al centro della nostra azione politica e sindacale questo dato", sottolinea Rosita Pelecca, segretaria generale.