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I lavoratori dell'Eurallumina, che sono stati costretti a salire su un silo per 40 metri di altezza in protesta per il loro futuro occupazionale, continuano a sfidare l'amministrazione con una posizione irremovibile. La loro protesta è stata scatenata dalle sanzioni Ue contro la Russia che hanno colpito la Rusal, sottoposta al controllo del Comitato di sorveglianza finanziaria del Mef.
La situazione è molto grave: se non si trova una soluzione immediata, il futuro dei lavoratori sembra essere a rischio. I sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto all'Mimit, al Csf, al Mef e alla presidenza del Consiglio di intervenire subito per stanziare i fondi necessari alla continuità operativa dell'azienda e garantire il pagamento delle utenze, dei salari e delle fatture.
Tuttavia, la situazione sembra essere ancora più complessa. La Rusal non può dare avvio agli investimenti con oltre 300 milioni di euro finché non si riformano le sanzioni patrimoniali disposte dal Csf. I sindacati ritennero paradossale il trattamento differenziato applicato all'Eurallumina rispetto ad altre aziende europee consociate della stessa UC Rusal, dove i governi hanno scelto di tutelare le imprese ritenute strategiche.
Domani è previsto un incontro del gruppo di lavoro tecnico preparatorio del comitato di sicurezza finanziaria su Eurallumina, mentre il Mimit ha convocato per il 10 dicembre a Roma un tavolo sulla vertenza con l'obiettivo di individuare la soluzione più idonea per consentire la piena ripresa delle attività dell'azienda. Tuttavia, gli operai sul silo e le segreterie dei chimici del territorio non ci stanno e chiedono una data più vicina. La loro posizione è firmata da Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec e Rsa, che respingono la convocazione prevista e chiedono una rimodulazione in tempi rapidi della stessa. L'iniziativa intrapresa dai lavoratori continua.
La loro posizione è tale da sollecitare l'attenzione di tutti. Come può essere così difficile per un'azienda italiana come l'Eurallumina trovare una soluzione alla vertenza che la coinvolge? Perché ci deve essere tanto dissenso tra i lavoratori e le autorità? La risposta sembra essere nel fatto che il futuro dei lavoratori è a rischio. È giunto il momento di agire per evitare una tragedia.
La situazione è molto grave: se non si trova una soluzione immediata, il futuro dei lavoratori sembra essere a rischio. I sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto all'Mimit, al Csf, al Mef e alla presidenza del Consiglio di intervenire subito per stanziare i fondi necessari alla continuità operativa dell'azienda e garantire il pagamento delle utenze, dei salari e delle fatture.
Tuttavia, la situazione sembra essere ancora più complessa. La Rusal non può dare avvio agli investimenti con oltre 300 milioni di euro finché non si riformano le sanzioni patrimoniali disposte dal Csf. I sindacati ritennero paradossale il trattamento differenziato applicato all'Eurallumina rispetto ad altre aziende europee consociate della stessa UC Rusal, dove i governi hanno scelto di tutelare le imprese ritenute strategiche.
Domani è previsto un incontro del gruppo di lavoro tecnico preparatorio del comitato di sicurezza finanziaria su Eurallumina, mentre il Mimit ha convocato per il 10 dicembre a Roma un tavolo sulla vertenza con l'obiettivo di individuare la soluzione più idonea per consentire la piena ripresa delle attività dell'azienda. Tuttavia, gli operai sul silo e le segreterie dei chimici del territorio non ci stanno e chiedono una data più vicina. La loro posizione è firmata da Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec e Rsa, che respingono la convocazione prevista e chiedono una rimodulazione in tempi rapidi della stessa. L'iniziativa intrapresa dai lavoratori continua.
La loro posizione è tale da sollecitare l'attenzione di tutti. Come può essere così difficile per un'azienda italiana come l'Eurallumina trovare una soluzione alla vertenza che la coinvolge? Perché ci deve essere tanto dissenso tra i lavoratori e le autorità? La risposta sembra essere nel fatto che il futuro dei lavoratori è a rischio. È giunto il momento di agire per evitare una tragedia.