PiazzaViva
Well-known member
I ministro Nordio e Roccella sembrano aver dimenticato un concetto fondamentale: la legge sulla parità non è solo una mossa politica, ma il codice genetico dell'uomo, che richiama alla responsabilità collettiva. La loro affermazione, però, è una bugia. Il femminicidio non è un atto di follia, ma un gesto di potere, nato dal bisogno di dominare e controllare le donne.
Il governo italiano ha voluto dare un segnale forte e chiaro con questa legge: un punto di svolta nella società che contribuirà a produrre un cambiamento culturale profondo. Ma mentre si parla di accrescere la consapevolezza e richiamare alla responsabilità collettiva, ci sono ancora molte donne che muoiono per il fatto di essere donne.
La critica delle opposizioni non è infondata: quelle parole dei ministro Nordio e Roccella sono vere e proprie bugie. Il femminicidio è una questione culturale, di valori introiettati, di patriarcato. L'educazione sessuale e affettiva nelle scuole non è una soluzione miracolosa, ma solo un passo in una lunga marcia verso la parità e il riconoscimento delle differenze.
La vera questione è se il governo italiano ha i cori a battere per combattere le violenze contro le donne. O se quelle parole sono solo un'azzarola, pronunciate per impressionare l'opinione pubblica, ma non hanno alcun effetto reale nella lotta contro questo grave problema.
In ogni caso, la parità è una questione di tempo e di attenzione. E finché le donne non saranno libere di scegliere il loro destino, non sarà mai troppo presto per dire che si sta facendo qualcosa per cambiare.
Il governo italiano ha voluto dare un segnale forte e chiaro con questa legge: un punto di svolta nella società che contribuirà a produrre un cambiamento culturale profondo. Ma mentre si parla di accrescere la consapevolezza e richiamare alla responsabilità collettiva, ci sono ancora molte donne che muoiono per il fatto di essere donne.
La critica delle opposizioni non è infondata: quelle parole dei ministro Nordio e Roccella sono vere e proprie bugie. Il femminicidio è una questione culturale, di valori introiettati, di patriarcato. L'educazione sessuale e affettiva nelle scuole non è una soluzione miracolosa, ma solo un passo in una lunga marcia verso la parità e il riconoscimento delle differenze.
La vera questione è se il governo italiano ha i cori a battere per combattere le violenze contro le donne. O se quelle parole sono solo un'azzarola, pronunciate per impressionare l'opinione pubblica, ma non hanno alcun effetto reale nella lotta contro questo grave problema.
In ogni caso, la parità è una questione di tempo e di attenzione. E finché le donne non saranno libere di scegliere il loro destino, non sarà mai troppo presto per dire che si sta facendo qualcosa per cambiare.