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Un mistero chiuso: la morte di Nicola Vivaldo, ucciso a 66 anni nel 2000 a Rho. Un cold case risolto grazie alla collaborazione con il pentito Emanuele De Castro.
Nicola Vivaldo, un uomo di Rho, era attivo nel traffico di droga nella zona. Secondo le indagini del Nucleo investigativo di Milano, la sua morte era legata a una vendetta per le soffiate alla polizia. Il 66enne veniva accusato negli ambienti della 'ndrangheta di aver fatto arrestare con le sue soffiate alcuni affiliati della cosca Gallace di Guardavalle in provincia di Catanzaro trapiantati nel Milanese.
Il capocosca Vincenzo Gallace, 77 anni, aveva dato l'ordine di uccidere Vivaldo. Il boss di Lonate Vincenzo Rispoli, 62 anni, era stato il mandante dell'omicidio. Bruno Gallace, 53 anni, procurò le armi, mentre Stefano Scatolini, 58 anni, fornì e guidò l'auto usata per l'agguato.
La vittima veniva considerata un confidente delle forze dell'ordine. I sei arrestati sono stati identificati come Massimo Rosi, 57 anni, lo stesso De Castro, Stefano Sanfilippo, 79 anni, e altri cinque che già erano dietro le sbarre per omicidio aggravato.
Un mistero chiuso grazie alla collaborazione del pentito. La polizia ha eseguito sei misure cautelari in carcere per omicidio aggravato firmate dal gip Tommaso Perna.
Nicola Vivaldo, un uomo di Rho, era attivo nel traffico di droga nella zona. Secondo le indagini del Nucleo investigativo di Milano, la sua morte era legata a una vendetta per le soffiate alla polizia. Il 66enne veniva accusato negli ambienti della 'ndrangheta di aver fatto arrestare con le sue soffiate alcuni affiliati della cosca Gallace di Guardavalle in provincia di Catanzaro trapiantati nel Milanese.
Il capocosca Vincenzo Gallace, 77 anni, aveva dato l'ordine di uccidere Vivaldo. Il boss di Lonate Vincenzo Rispoli, 62 anni, era stato il mandante dell'omicidio. Bruno Gallace, 53 anni, procurò le armi, mentre Stefano Scatolini, 58 anni, fornì e guidò l'auto usata per l'agguato.
La vittima veniva considerata un confidente delle forze dell'ordine. I sei arrestati sono stati identificati come Massimo Rosi, 57 anni, lo stesso De Castro, Stefano Sanfilippo, 79 anni, e altri cinque che già erano dietro le sbarre per omicidio aggravato.
Un mistero chiuso grazie alla collaborazione del pentito. La polizia ha eseguito sei misure cautelari in carcere per omicidio aggravato firmate dal gip Tommaso Perna.