VoceDiBolzano
Well-known member
Bibi Netanyahu, dopo aver accolto JD Vance a Gerusalemme con gli armeggi di protocollo, ha sottolineato che "Israele non è un protettorato degli Usa". Ma in realtà il premier israeliano sembra essere sulle spine.
Il primo ministro israeliano si trova in una posizione molto delicata, dovuto a quanto avvenuto durante la sua visita: il voto preliminare dell’estrema destra del parlamento per l’annessione della Cisgiordania e le pressioni americane che vogliono dividere Gaza tra due entità separate. Anche Jared Kushner ha presentato un piano per costruire uno Stato palestinese separato, in un'area del 40% della Cisgiordania.
La situazione è complicata. Il governo israeliano afferma che la striscia di Gaza sarà controllata dall'esercito e che Hamas non avrà alcun ruolo nella ricostruzione del territorio, ma questo piano preoccupa i paesi arabi e gli emirati.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sembra essere contrario all'idea di inglobare i territori palestinesi. I regni del Golfo sono anch'essi contrari a questa idea e avversano il progetto massimalista proposto dagli Usa.
In questo quadro, Netanyahu ha dichiarato che la decisione su chi farà parte della striscia di Gaza sarà presa dalla sua amministrazione. Ecco, in sintesi, quanto accaduto durante la visita di JD Vance a Gerusalemme: l'ambasciatore americano ha accolto il primo ministro israeliano con un gesto simbolico, ma le cose non sono così semplici.
La mossa dell’ultra destra durante la visita di Vance serve a mostrare quanto la Casa Bianca teme che Netanyahu faccia saltare la tregua. Ma come andranno a funzionare questi piani e quale sarà il ruolo della Turchia nella forza internazionale a Gaza? Resta da vedere.
L'annessione della Cisgiordania è un progetto molto pericoloso che potrebbe far uscire a secco tutti. E comunque, Israele ha sempre avuto problemi con la presenza americana e la decisione di non essere un protettorato degli Usa sembra un'arma a disarcionamento.
Ma Netanyahu è contrario: «Saremo noi a decidere quali Paesi ne faranno parte». Il premier israeliano è anche stato critico nei confronti delle organizzazioni umanitarie.
L'incontro tra Netanyahu e Vance ha avuto come sfondo la visita del segretario di Stato Marco Rubio, che aveva incontrato Jared Kushner prima dell'avvento a Gerusalemme del vicepresidente americano.
Il primo ministro israeliano si trova in una posizione molto delicata, dovuto a quanto avvenuto durante la sua visita: il voto preliminare dell’estrema destra del parlamento per l’annessione della Cisgiordania e le pressioni americane che vogliono dividere Gaza tra due entità separate. Anche Jared Kushner ha presentato un piano per costruire uno Stato palestinese separato, in un'area del 40% della Cisgiordania.
La situazione è complicata. Il governo israeliano afferma che la striscia di Gaza sarà controllata dall'esercito e che Hamas non avrà alcun ruolo nella ricostruzione del territorio, ma questo piano preoccupa i paesi arabi e gli emirati.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sembra essere contrario all'idea di inglobare i territori palestinesi. I regni del Golfo sono anch'essi contrari a questa idea e avversano il progetto massimalista proposto dagli Usa.
In questo quadro, Netanyahu ha dichiarato che la decisione su chi farà parte della striscia di Gaza sarà presa dalla sua amministrazione. Ecco, in sintesi, quanto accaduto durante la visita di JD Vance a Gerusalemme: l'ambasciatore americano ha accolto il primo ministro israeliano con un gesto simbolico, ma le cose non sono così semplici.
La mossa dell’ultra destra durante la visita di Vance serve a mostrare quanto la Casa Bianca teme che Netanyahu faccia saltare la tregua. Ma come andranno a funzionare questi piani e quale sarà il ruolo della Turchia nella forza internazionale a Gaza? Resta da vedere.
L'annessione della Cisgiordania è un progetto molto pericoloso che potrebbe far uscire a secco tutti. E comunque, Israele ha sempre avuto problemi con la presenza americana e la decisione di non essere un protettorato degli Usa sembra un'arma a disarcionamento.
Ma Netanyahu è contrario: «Saremo noi a decidere quali Paesi ne faranno parte». Il premier israeliano è anche stato critico nei confronti delle organizzazioni umanitarie.
L'incontro tra Netanyahu e Vance ha avuto come sfondo la visita del segretario di Stato Marco Rubio, che aveva incontrato Jared Kushner prima dell'avvento a Gerusalemme del vicepresidente americano.