PensieroItalico
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Un parto cesareo non previsto, un'incoscienza medica e danni irreversibili. La vicenda di una bambina pisana che è nata con gravi danni cerebrali a causa di un intervento chirurgico troppo precoce, è stata confermata la responsabilità dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana (AOUP).
La sentenza del Tribunale di Pisa, pronunciata ieri, stabilisce che l'ospedale dovrà risarcire alla bambina e ai suoi familiari circa 2 milioni e 500 mila euro, oltre interessi e spese legali. La condanna è stata consegnata dopo un procedimento giudiziario durato dieci anni.
La vicenda ha lo sapore di scandalo: i medici avevano deciso di effettuare un cesareo alla 32esima settimana, convinti che il feto avesse problemi gravi e che non sarebbe sopravvissuto. Ma la nascita della bambina è stata segnata da gravi danni cerebrali.
Il giudice Iolanda Golia ha stabilito che l'errore fu compiuto con "imperizia e negligenza" e che i medici avevano confuso alcuni parametri clinici della madre e del feto. Il legale della famiglia, Paolo Vinci, esprime soddisfazione per la sentenza: "Non è la prima volta che mi trovo a patrocinare, con esito favorevole, casi analoghi contro la medesima struttura ospedaliera".
La AOUP non ha commentato ancora la sentenza. Ma il danno è stato fatto, e solo una condanna può dare un po' di giustizia alle famiglie che hanno subito un trauma simile.
La sentenza del Tribunale di Pisa, pronunciata ieri, stabilisce che l'ospedale dovrà risarcire alla bambina e ai suoi familiari circa 2 milioni e 500 mila euro, oltre interessi e spese legali. La condanna è stata consegnata dopo un procedimento giudiziario durato dieci anni.
La vicenda ha lo sapore di scandalo: i medici avevano deciso di effettuare un cesareo alla 32esima settimana, convinti che il feto avesse problemi gravi e che non sarebbe sopravvissuto. Ma la nascita della bambina è stata segnata da gravi danni cerebrali.
Il giudice Iolanda Golia ha stabilito che l'errore fu compiuto con "imperizia e negligenza" e che i medici avevano confuso alcuni parametri clinici della madre e del feto. Il legale della famiglia, Paolo Vinci, esprime soddisfazione per la sentenza: "Non è la prima volta che mi trovo a patrocinare, con esito favorevole, casi analoghi contro la medesima struttura ospedaliera".
La AOUP non ha commentato ancora la sentenza. Ma il danno è stato fatto, e solo una condanna può dare un po' di giustizia alle famiglie che hanno subito un trauma simile.