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Il mercato del credito è tornato a salire, con i tassi sui mutui che si stanno avvicinando ai livelli pre-crisi. Il segnale è nero su bianco: dopo mesi di calma apparente, il costo del credito sta aumentando per le famiglie e le imprese.
A ottobre, il tasso medio sulle nuove operazioni per l'acquisto di abitazioni è salito al 3,30%, un piccolo rialzo dal 3,28% di settembre. Ma non è solo la discesa dei tassi che sta a cuore, ma anche la ripresa dell'economia italiana. Anche se è una ripresa lenta e difficile da percepire, i prestiti a famiglie e imprese crescono dell'1,5% su base annua.
Tuttavia, ci sono aspetti che non sono così ottimistici: la produzione industriale si sta appena riprendendo da due anni di calo, i dazi ancora da metabolizzare e una crescita del PIL che tra secondo e terzo trimestre è stata intorno allo zero. La velocità della ripresa ha perso brillantezza.
In questo scenario, il risparmio italiano invece si sta spostando verso titoli di Stato. Secondo la Fabi, ad agosto le famiglie detenevano 442,4 miliardi di debito pubblico, un aumento del 14,4% rispetto al minimo del 7,9% del 2021. La fiducia crescente nella stabilità del debito e i rendimenti elevati stanno contribuendo a questo cambiamento.
Inoltre, gli investitori esteri salgono al 33,8% del totale, ai massimi dell'ultimo decennio. Un sostegno che compensa la progressiva riduzione dei Btp detenuti dall'Eurosistema. Le banche continuano a fermarsi su una quota di circa 620 miliardi di titoli in portafoglio.
In sintesi, il mercato del credito sta tornando a salire, ma con una velocità lenta e difficile da percepire. Il risparmio italiano si sposta verso titoli di Stato, mentre le famiglie e le imprese continuano a bussare agli sportelli della banca. La ripresa è lì, ma non è ancora sufficiente per superare i dubbi e le incertezze che hanno caratterizzato l'inverno.
A ottobre, il tasso medio sulle nuove operazioni per l'acquisto di abitazioni è salito al 3,30%, un piccolo rialzo dal 3,28% di settembre. Ma non è solo la discesa dei tassi che sta a cuore, ma anche la ripresa dell'economia italiana. Anche se è una ripresa lenta e difficile da percepire, i prestiti a famiglie e imprese crescono dell'1,5% su base annua.
Tuttavia, ci sono aspetti che non sono così ottimistici: la produzione industriale si sta appena riprendendo da due anni di calo, i dazi ancora da metabolizzare e una crescita del PIL che tra secondo e terzo trimestre è stata intorno allo zero. La velocità della ripresa ha perso brillantezza.
In questo scenario, il risparmio italiano invece si sta spostando verso titoli di Stato. Secondo la Fabi, ad agosto le famiglie detenevano 442,4 miliardi di debito pubblico, un aumento del 14,4% rispetto al minimo del 7,9% del 2021. La fiducia crescente nella stabilità del debito e i rendimenti elevati stanno contribuendo a questo cambiamento.
Inoltre, gli investitori esteri salgono al 33,8% del totale, ai massimi dell'ultimo decennio. Un sostegno che compensa la progressiva riduzione dei Btp detenuti dall'Eurosistema. Le banche continuano a fermarsi su una quota di circa 620 miliardi di titoli in portafoglio.
In sintesi, il mercato del credito sta tornando a salire, ma con una velocità lenta e difficile da percepire. Il risparmio italiano si sposta verso titoli di Stato, mentre le famiglie e le imprese continuano a bussare agli sportelli della banca. La ripresa è lì, ma non è ancora sufficiente per superare i dubbi e le incertezze che hanno caratterizzato l'inverno.