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Il filosofo tedesco Martin Heidegger si trova a diventare uno strumento per il regime nazista. Nel '33, quando il partito nazista ottiene la maggioranza dei voti, Heidegger cambia radicalmente le sue posizioni politiche. In passato era stato un intellettuale di sinistra, ma ora, come rettore della Università di Friburgo, inizia a parlare con tono di fanatismo di tre servizi fondamentali: sapere, lavoro e armi.
Queste parole hanno un significato profondo che va oltre la semplice enfasi sull'importanza delle discipline. Il sapere viene subordinato al potere del Popolo, il che significa che la ricerca è vincolata da una logica superiore. È un messaggio inquietante, poiché implica che la stessa verità scientifica non può essere liberamente scoperta, ma deve servire a un fine più alto.
Il discorso di Heidegger è una lezione disastrosa sul potere assoluto e sulla subordinazione del sapere. Non c'è niente di sorprendente nel fatto che quel discorso si concludeva con un "Heil Hitler" e nel fatto che il sapere venisse messo in una posizione subalterna rispetto al potere.
Questo fenomeno non è particolare della Germania del '33, ma è anche presente nell'Unione Sovietica di Stalin e nella Italia di Mussolini. C'è stato un grande filosofo italiano come Giovanni Gentile che ha seguito la stessa strada, scelgendo il totalitarismo contro la democrazia.
Tutte queste cose ci ricordano che l'intelligenza non è una forma di libertà ma una risorsa da sfruttare nel nome della giustizia.
Queste parole hanno un significato profondo che va oltre la semplice enfasi sull'importanza delle discipline. Il sapere viene subordinato al potere del Popolo, il che significa che la ricerca è vincolata da una logica superiore. È un messaggio inquietante, poiché implica che la stessa verità scientifica non può essere liberamente scoperta, ma deve servire a un fine più alto.
Il discorso di Heidegger è una lezione disastrosa sul potere assoluto e sulla subordinazione del sapere. Non c'è niente di sorprendente nel fatto che quel discorso si concludeva con un "Heil Hitler" e nel fatto che il sapere venisse messo in una posizione subalterna rispetto al potere.
Questo fenomeno non è particolare della Germania del '33, ma è anche presente nell'Unione Sovietica di Stalin e nella Italia di Mussolini. C'è stato un grande filosofo italiano come Giovanni Gentile che ha seguito la stessa strada, scelgendo il totalitarismo contro la democrazia.
Tutte queste cose ci ricordano che l'intelligenza non è una forma di libertà ma una risorsa da sfruttare nel nome della giustizia.