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La quinta puntata di Ballando con le Stelle è stata una serata di sabato 25 ottobre che ha lasciato un'impronta indelebile sulla mente dei telespettatori. Il ballo, ormai entrato in fase di fermo e non più così atteso come lo era all'inizio della stagione, si è trasformato in uno sfondo per le storie personali e passate dei concorrenti.
Rossella Erra, il personaggio che ha dominato la scena negli ultimi episodi, ha lasciato i telespettatori insoddisfatti con il suo comportamento irritante. La sua capacità di esprimere opinioni sconclusionate e senza costrutto ha sembrato quasi ragionevole anche per Guillermo Mariotto. Il suo discorso è stato un vero spettacolo, una "tribuna del popolo" che non ha mai avuto tanto di popolare quanto di insoddisfatto.
Ma ciò che è davvero inquietante è il modo in cui i telespettatori reagiscono ai concorrenti. Le standing ovation e le ovazioni senza fine hanno reso il programma più un'opera di varietà che uno spettacolo di ballo. E qui, ci tengo a sottolineare, ho una teoria: ogni settimana, prima dell'inizio della puntata, si distribuiscono delle puntine su ogni sedia. O forse è solo la poltrona in studio che è così scomoda da far preferire a chiunque lo stare in piedi? Quale sia la ragione, il risultato è quello stesso: un pubblico che esce di senno e si lascia trasportare dalle emozioni.
Il ballo stenta a emergere, mentre le storie personali e passate dei concorrenti prendono il palco. Questa è l'edizione del programma in cui la narrazione sta diventando sempre più importante. Eppure, ci sono ancora momenti di bellezza e magia sul palco.
In questo mondo di emozioni e storie, ci aspettiamo qualcosa di più da Ballando con le Stelle. Forse è tempo di ritornare al ballo che ha reso il programma così unico.
Rossella Erra, il personaggio che ha dominato la scena negli ultimi episodi, ha lasciato i telespettatori insoddisfatti con il suo comportamento irritante. La sua capacità di esprimere opinioni sconclusionate e senza costrutto ha sembrato quasi ragionevole anche per Guillermo Mariotto. Il suo discorso è stato un vero spettacolo, una "tribuna del popolo" che non ha mai avuto tanto di popolare quanto di insoddisfatto.
Ma ciò che è davvero inquietante è il modo in cui i telespettatori reagiscono ai concorrenti. Le standing ovation e le ovazioni senza fine hanno reso il programma più un'opera di varietà che uno spettacolo di ballo. E qui, ci tengo a sottolineare, ho una teoria: ogni settimana, prima dell'inizio della puntata, si distribuiscono delle puntine su ogni sedia. O forse è solo la poltrona in studio che è così scomoda da far preferire a chiunque lo stare in piedi? Quale sia la ragione, il risultato è quello stesso: un pubblico che esce di senno e si lascia trasportare dalle emozioni.
Il ballo stenta a emergere, mentre le storie personali e passate dei concorrenti prendono il palco. Questa è l'edizione del programma in cui la narrazione sta diventando sempre più importante. Eppure, ci sono ancora momenti di bellezza e magia sul palco.
In questo mondo di emozioni e storie, ci aspettiamo qualcosa di più da Ballando con le Stelle. Forse è tempo di ritornare al ballo che ha reso il programma così unico.