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Una tragedia ha colpito il mondo del maratoneta, con la morte di due giovani atleti che facevano parte dello stesso team. Alberto Zordan, un 48enne vicentino, è stato trovato morto a casa sua ad Sovizzo ieri domenica 2 novembre mentre dormiva. Anna Zilio, una 39enne del Veneto, ha però subito la stessa sorte il 13 ottobre nella sua abitazione di San Martino Buon Albergo.
Entrambi facevano parte dello stesso team, Team Km Sport, e avevano entrambi un passato di successi nel mondo del maratoneta. Tuttavia, ora si sta scoprendo che il suo regolare allenamento non è stato sufficiente per prevenire la morte prematura.
L'avvocato Marco Pezzotti, che tutela i parenti dei due giovani atleti, sottolinea come il dolore della loro famiglia sia "distrutto". La questione è più complessa per Anna Zilio, poiché era anche la segretaria del team e si occupava di controllare i certificati medici degli altri tesserati. Il suo certificato non sarebbe stato presente nel portale della Fidal il 2021, secondo quanto emerso.
Gli inquirenti stanno ora analizzando i risultati dell'autopsia e dei prelievi realizzati sugli organi dell'atleta per capire cosa abbia provocato la sua morte. L'ipotesi di falsificazione dei certificati è ancora aperta, ma non c'è ancora conferma.
Il Team Km Sport ha dichiarato che "non risulta che Anna avesse problemi di salute" ed "era stata trovata idonea a correre nel 2021", secondo quanto spiega il vicepresidente Emanuele Marchi. Tuttavia, gli inquirenti stanno cercando di capire se ci sia la possibilità che la trentanovenne possa aver falsificato i certificati negli anni successivi.
La polizia ha acquisito il computer personale della donna dove dovrebbero trovarsi le scannerizzazioni dei certificati di ogni membro dell'associazione. La sua scomparsa improvvisa ha sollevato molti dubbi tra i familiari, che descrivono come persona attenta all'alimentazione e alle sue abitudini di allenamento.
Il Team Km Sport è stato coinvolto anche nella morte di Alberto Zordan, che si stava preparando a una competizione importante come la maratona di Valencia del 7 dicembre. La questione dei certificati medici sembra essere stata un fattore fondamentale nella sua scomparsa prematura.
Entrambi facevano parte dello stesso team, Team Km Sport, e avevano entrambi un passato di successi nel mondo del maratoneta. Tuttavia, ora si sta scoprendo che il suo regolare allenamento non è stato sufficiente per prevenire la morte prematura.
L'avvocato Marco Pezzotti, che tutela i parenti dei due giovani atleti, sottolinea come il dolore della loro famiglia sia "distrutto". La questione è più complessa per Anna Zilio, poiché era anche la segretaria del team e si occupava di controllare i certificati medici degli altri tesserati. Il suo certificato non sarebbe stato presente nel portale della Fidal il 2021, secondo quanto emerso.
Gli inquirenti stanno ora analizzando i risultati dell'autopsia e dei prelievi realizzati sugli organi dell'atleta per capire cosa abbia provocato la sua morte. L'ipotesi di falsificazione dei certificati è ancora aperta, ma non c'è ancora conferma.
Il Team Km Sport ha dichiarato che "non risulta che Anna avesse problemi di salute" ed "era stata trovata idonea a correre nel 2021", secondo quanto spiega il vicepresidente Emanuele Marchi. Tuttavia, gli inquirenti stanno cercando di capire se ci sia la possibilità che la trentanovenne possa aver falsificato i certificati negli anni successivi.
La polizia ha acquisito il computer personale della donna dove dovrebbero trovarsi le scannerizzazioni dei certificati di ogni membro dell'associazione. La sua scomparsa improvvisa ha sollevato molti dubbi tra i familiari, che descrivono come persona attenta all'alimentazione e alle sue abitudini di allenamento.
Il Team Km Sport è stato coinvolto anche nella morte di Alberto Zordan, che si stava preparando a una competizione importante come la maratona di Valencia del 7 dicembre. La questione dei certificati medici sembra essere stata un fattore fondamentale nella sua scomparsa prematura.