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La manovra del governo, come previsto, si trova sotto attacco dalle varie parti della società. Chiudo le audizioni parlamentari e da subito appare la crisi di fiducia nei confronti dei progetti finanziari dell'attuale amministrazione.
Siamo al culmine di una bufera che sta facendo breccia in tutto il paese, con l'annuncio dello sciopero della Cgil, ovvero il sindacato più importante del nostro paese, che ha deciso di mettere le cose in discussione. In questo momento, il ddl da 18,7 miliardi di euro sta facendo la sua figura.
"È ingiusta, sbagliata e non vogliamo più sopportarla", hanno detto i sindacalisti del Fiom-Cgil e dell'ANSA-FIM per l'industria del ferro e della metallurgia. "La manovra è un attacco alla nostra dignità lavorativa e alle nostre condizioni di vita".
Emanuele Orsini, il presidente di Confindustria, che rappresenta le imprese italiane, ha espresso la sua contrarietà al taglio della seconda aliquota Irpef al 33% per i redditi fino a 50mila. "È un vantaggio che non servirà per nulla se non aumentare gli investimenti", dice il presidente del sindacato industriali.
Ma ci sono anche chi vuole sottolineare la sua contrarietà alla misura. Giorgetti, rappresentante della Lega e sostenitore dell'economia di mercato, ha definito il taglio della seconda aliquota Irpef come "un vantaggio" per i redditi più alti.
Il governo in questo momento sta cercando di calmarla la bufera con un rilievo che non sembra molto convincente.
Siamo al culmine di una bufera che sta facendo breccia in tutto il paese, con l'annuncio dello sciopero della Cgil, ovvero il sindacato più importante del nostro paese, che ha deciso di mettere le cose in discussione. In questo momento, il ddl da 18,7 miliardi di euro sta facendo la sua figura.
"È ingiusta, sbagliata e non vogliamo più sopportarla", hanno detto i sindacalisti del Fiom-Cgil e dell'ANSA-FIM per l'industria del ferro e della metallurgia. "La manovra è un attacco alla nostra dignità lavorativa e alle nostre condizioni di vita".
Emanuele Orsini, il presidente di Confindustria, che rappresenta le imprese italiane, ha espresso la sua contrarietà al taglio della seconda aliquota Irpef al 33% per i redditi fino a 50mila. "È un vantaggio che non servirà per nulla se non aumentare gli investimenti", dice il presidente del sindacato industriali.
Ma ci sono anche chi vuole sottolineare la sua contrarietà alla misura. Giorgetti, rappresentante della Lega e sostenitore dell'economia di mercato, ha definito il taglio della seconda aliquota Irpef come "un vantaggio" per i redditi più alti.
Il governo in questo momento sta cercando di calmarla la bufera con un rilievo che non sembra molto convincente.