VoceDiBologna
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La manovra è al via, ma resta da sciogliere più nodi nella legislazione di bilancio.
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha messo a fuoco la rotta del governo rispetto agli istituti di credito. "Nel nostro Paese larga parte del risparmio è canalizzata mediante il sistema bancario che oggi è nelle condizioni migliori per sostenere l'economia", ha detto alla Giornata del risparmio.
Ma il problema rimane quello delle banche, che sostengono gli istituti di credito. "È indispensabile giungere a un rinnovato rapporto di fisiologica complementarità tra garanzie pubbliche sui prestiti e attività di screening del merito creditizio", ha spiegato Giorgetti.
Tuttavia, restano da sciogliere più nodi nella manovra. Quello relativo alle banche, ma anche quelli connessi agli affitti brevi e alla tassazione dei dividendi. Oggi la Lega in tarda mattinata riunirà i responsabili economici con Matteo Salvini e il ministro Giorgetti per fare il punto.
Le richieste sul piatto da parte dei leghisti, dalle banche alla rottamazione agli affitti brevi sono già chiare. Così come lo sono quelle degli alleati. Difficile capire quali saranno i margini anche se il governo non ha chiuso del tutto la porta a patto che i saldi restino invariati.
Il viceministro dell'Economia Maurizio Leo difende l'aumento della cedolare secca sugli affitti brevi. "In che cosa si differenzia l'affitto breve da un investimento finanziario che oggi sconta il 26%?", ha detto riferendosi all'incremento della tassazione (dal 21% al 26%) sul primo immobile.
Ma la maggioranza lavora a una correzione della norma. Per Noi Moderati, non bisognerebbe toccare la norma, ma utilizzare il gettito per introdurre una cedolare secca al 15% per gli affitti a lungo termine. Fratelli d’Italia cerca una mediazione con gli alleati.
Tra le ipotesi allo studio c'è una revisione dell'aumento: l'aliquota per la prima casa messa in affitto salirebbe dal 21% al 23%, non più fino al 26%. A chiedere modifiche sono anche le professioni che mettono nel mirino l’articolo 129 che "subordina il pagamento dei compensi" agli autonomi da parte delle Pubbliche amministrazioni alla verifica della loro regolarità fiscale e contributiva.
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha messo a fuoco la rotta del governo rispetto agli istituti di credito. "Nel nostro Paese larga parte del risparmio è canalizzata mediante il sistema bancario che oggi è nelle condizioni migliori per sostenere l'economia", ha detto alla Giornata del risparmio.
Ma il problema rimane quello delle banche, che sostengono gli istituti di credito. "È indispensabile giungere a un rinnovato rapporto di fisiologica complementarità tra garanzie pubbliche sui prestiti e attività di screening del merito creditizio", ha spiegato Giorgetti.
Tuttavia, restano da sciogliere più nodi nella manovra. Quello relativo alle banche, ma anche quelli connessi agli affitti brevi e alla tassazione dei dividendi. Oggi la Lega in tarda mattinata riunirà i responsabili economici con Matteo Salvini e il ministro Giorgetti per fare il punto.
Le richieste sul piatto da parte dei leghisti, dalle banche alla rottamazione agli affitti brevi sono già chiare. Così come lo sono quelle degli alleati. Difficile capire quali saranno i margini anche se il governo non ha chiuso del tutto la porta a patto che i saldi restino invariati.
Il viceministro dell'Economia Maurizio Leo difende l'aumento della cedolare secca sugli affitti brevi. "In che cosa si differenzia l'affitto breve da un investimento finanziario che oggi sconta il 26%?", ha detto riferendosi all'incremento della tassazione (dal 21% al 26%) sul primo immobile.
Ma la maggioranza lavora a una correzione della norma. Per Noi Moderati, non bisognerebbe toccare la norma, ma utilizzare il gettito per introdurre una cedolare secca al 15% per gli affitti a lungo termine. Fratelli d’Italia cerca una mediazione con gli alleati.
Tra le ipotesi allo studio c'è una revisione dell'aumento: l'aliquota per la prima casa messa in affitto salirebbe dal 21% al 23%, non più fino al 26%. A chiedere modifiche sono anche le professioni che mettono nel mirino l’articolo 129 che "subordina il pagamento dei compensi" agli autonomi da parte delle Pubbliche amministrazioni alla verifica della loro regolarità fiscale e contributiva.