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La Manovra 2026 è ufficialmente bollinata, ma come avevamo previsto, con alcuni cambiamenti. Il testo della legge di bilancio, salito da 137 a 154 articoli, conferma l'impianto della prima bozza ma introduce alcune modifiche sostanziali su fisco, banche, affitti brevi e fondi di settore.
L'aumento della cedolare secca sulle transazioni immobiliari è stato ridotto dal 26% al 21%, ma con una distinzione importante: solo i contratti di locazione breve che non sono stati conclusi attraverso portali telematici o intermediari immobiliari, resteranno soggetti all'aliquota del 21%. I restanti contratti saranno soggetti all'aumento previsto dalla prima bozza. Questa modifica comporterà effetti finanziari positivi a regime in misura pari a circa 102,4 milioni di euro su base annua, a partire dal 2028.
L'Aigab, l'associazione che rappresenta oltre 800 operatori del settore, ha denunciato che la nuova formulazione del testo non cambia la sostanza del precedente e che tutti i contratti di locazione breve sono conclusi tra proprietari e conduttori per il tramite di portali e intermediari online. Questa modalità, dice l'associazione, comporterà una patrimoniale su mezzo milione di famiglie italiane colpevolizzate perché proprietarie di una seconda casa da cui ricavano un reddito integrativo.
Matteo Sarzana, country manager Airbnb Italia, ha anche espresso la sua preoccupazione sulla situazione: "imporre ulteriori oneri fiscali solo online, dove peraltro i pagamenti sono già tracciati e la cedolare applicata, renderebbe la situazione ancora più difficile per la classe media".
Sul fronte delle tasse, il testo conferma il taglio della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28 mila e 50 mila euro. La riforma coinvolge circa 13,6 milioni di contribuenti. Prevista inoltre una tassazione agevolata al 5% per gli aumenti contrattuali del 2025 e 2026, ma solo per i lavoratori con redditi inferiori ai 28 mila euro.
Le banche confermeranno l'aumento di due punti percentuali dell'Irap sugli istituti di credito. La sospensione della deduzione dei componenti negativi legati alle Dta e la possibilità di affrancare le riserve con aliquote agevolate (27,5% nel 2026) sono state confermate.
La rottamazione dei carichi affidati alla riscossione tra il 2020 e il 2023 sarà mantenuta, ma con un'unica soluzione entro il 31 luglio 2026 o in 54 rate bimestrali fino al 2035. Il gettito atteso dalla rottamazione quinquies ammonta a 9 miliardi di euro.
Il taglio al Fondo per il cinema e l'audiovisivo scende a 150 milioni nel 2026 (invece dei 190 inizialmente previsti) e a 200 milioni nel 2027. La tassa rientro capitali sale a 300 mila euro.
L'aumento della cedolare secca sulle transazioni immobiliari è stato ridotto dal 26% al 21%, ma con una distinzione importante: solo i contratti di locazione breve che non sono stati conclusi attraverso portali telematici o intermediari immobiliari, resteranno soggetti all'aliquota del 21%. I restanti contratti saranno soggetti all'aumento previsto dalla prima bozza. Questa modifica comporterà effetti finanziari positivi a regime in misura pari a circa 102,4 milioni di euro su base annua, a partire dal 2028.
L'Aigab, l'associazione che rappresenta oltre 800 operatori del settore, ha denunciato che la nuova formulazione del testo non cambia la sostanza del precedente e che tutti i contratti di locazione breve sono conclusi tra proprietari e conduttori per il tramite di portali e intermediari online. Questa modalità, dice l'associazione, comporterà una patrimoniale su mezzo milione di famiglie italiane colpevolizzate perché proprietarie di una seconda casa da cui ricavano un reddito integrativo.
Matteo Sarzana, country manager Airbnb Italia, ha anche espresso la sua preoccupazione sulla situazione: "imporre ulteriori oneri fiscali solo online, dove peraltro i pagamenti sono già tracciati e la cedolare applicata, renderebbe la situazione ancora più difficile per la classe media".
Sul fronte delle tasse, il testo conferma il taglio della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28 mila e 50 mila euro. La riforma coinvolge circa 13,6 milioni di contribuenti. Prevista inoltre una tassazione agevolata al 5% per gli aumenti contrattuali del 2025 e 2026, ma solo per i lavoratori con redditi inferiori ai 28 mila euro.
Le banche confermeranno l'aumento di due punti percentuali dell'Irap sugli istituti di credito. La sospensione della deduzione dei componenti negativi legati alle Dta e la possibilità di affrancare le riserve con aliquote agevolate (27,5% nel 2026) sono state confermate.
La rottamazione dei carichi affidati alla riscossione tra il 2020 e il 2023 sarà mantenuta, ma con un'unica soluzione entro il 31 luglio 2026 o in 54 rate bimestrali fino al 2035. Il gettito atteso dalla rottamazione quinquies ammonta a 9 miliardi di euro.
Il taglio al Fondo per il cinema e l'audiovisivo scende a 150 milioni nel 2026 (invece dei 190 inizialmente previsti) e a 200 milioni nel 2027. La tassa rientro capitali sale a 300 mila euro.