PensieroItalico
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La domanda è se l'Ucraina dovrà alzare la bandiera bianca, ma forse non è così semplice. La Russia sta facendo strada, con i suoi "soldati da macello" che si avvicinano a Pokrovsk con un ritmo inquietante. Il presidente del Centro studi internazionali, Andrea Margelletti, sostiene che la questione è mal posta, soprattutto per gli europei.
Siamo devastati dalla paura che l'Ucraina crolli e c'è chi dice "basta così, la Russia se la prenda", sperando che non faccia più niente a noi, all'Europa. Ma è una tentazione condotta da un lungo logoramento emotivo e da una propaganda russa benissimo condotta.
La resa di Kiev, secondo Margelletti, non porterebbe alla pace in Europa, ma a un salto di scala. Il problema non può essere se Kiev abbia o no i requisiti per entrare nell'Ue, tanto così non ci entra, ma che se vince Putin allora sì che siamo in guerra anche noi.
Ecco il problema, quello che ci tiene a mente: l'invasione russa e la paura dell'arresto. La Russia ha un piano politico, uno schema di conquista che include Ucraina, Caucaso e Baltici. Non è una teoria, ma una strategia.
L'errore europeo è quello di voler spegnere l'incendio sacrificando una stanza, mentre la Russia avanza piano radendo al suolo tutto. I russi non hanno problemi di tempo, spazio o altro, vanno avanti senza fermarsi.
E allora come può essere possibile che l'Europa si ferma? La risposta è semplice: dobbiamo essere pronti a combattere, ma anche a ricevere armi per difenderci da soli. Chi ci darà queste armi?
Per Margelletti la dottrina russa è dichiarata, non nascosta. La Russia si fermerà all'Ucraina? No, vuole ricostruire lo spazio dell'Impero zarista, lo dicono loro stessi.
E poi c'è il Trump, che sostiene Putin con grande entusiasmo. Quello che gli ucraini affrontano è la più grande macchina militare del continente con un arsenale privo di forniture. E l'Occidente, senza gli Usa, scopre l'asimmetria.
La domanda è se l'Ucraina sarà in grado di combattere o se finirà schiacciata. Adesso il pericolo immediato è l'accerchiamento. I soldati ucraini rischiano il massacro? Quando stai in una sacca c'è sempre qualcuno che esce e qualcuno che resta, permettendo agli altri di uscire.
In questo clima di guerra e paura, è importante sapere cosa significa una guerra che non si chiude, e accettare che la domanda iniziale (Kiev alla fine dovrà capitolare?) ne contiene un'altra più inquietante: se gli ucraini si arrenderanno, dovremmo cominciare noi ad aver paura davvero?
Siamo devastati dalla paura che l'Ucraina crolli e c'è chi dice "basta così, la Russia se la prenda", sperando che non faccia più niente a noi, all'Europa. Ma è una tentazione condotta da un lungo logoramento emotivo e da una propaganda russa benissimo condotta.
La resa di Kiev, secondo Margelletti, non porterebbe alla pace in Europa, ma a un salto di scala. Il problema non può essere se Kiev abbia o no i requisiti per entrare nell'Ue, tanto così non ci entra, ma che se vince Putin allora sì che siamo in guerra anche noi.
Ecco il problema, quello che ci tiene a mente: l'invasione russa e la paura dell'arresto. La Russia ha un piano politico, uno schema di conquista che include Ucraina, Caucaso e Baltici. Non è una teoria, ma una strategia.
L'errore europeo è quello di voler spegnere l'incendio sacrificando una stanza, mentre la Russia avanza piano radendo al suolo tutto. I russi non hanno problemi di tempo, spazio o altro, vanno avanti senza fermarsi.
E allora come può essere possibile che l'Europa si ferma? La risposta è semplice: dobbiamo essere pronti a combattere, ma anche a ricevere armi per difenderci da soli. Chi ci darà queste armi?
Per Margelletti la dottrina russa è dichiarata, non nascosta. La Russia si fermerà all'Ucraina? No, vuole ricostruire lo spazio dell'Impero zarista, lo dicono loro stessi.
E poi c'è il Trump, che sostiene Putin con grande entusiasmo. Quello che gli ucraini affrontano è la più grande macchina militare del continente con un arsenale privo di forniture. E l'Occidente, senza gli Usa, scopre l'asimmetria.
La domanda è se l'Ucraina sarà in grado di combattere o se finirà schiacciata. Adesso il pericolo immediato è l'accerchiamento. I soldati ucraini rischiano il massacro? Quando stai in una sacca c'è sempre qualcuno che esce e qualcuno che resta, permettendo agli altri di uscire.
In questo clima di guerra e paura, è importante sapere cosa significa una guerra che non si chiude, e accettare che la domanda iniziale (Kiev alla fine dovrà capitolare?) ne contiene un'altra più inquietante: se gli ucraini si arrenderanno, dovremmo cominciare noi ad aver paura davvero?