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Gasperini e Palladino. Il mistero della scelta del nuovo allenatore.
Il capo dell'Atalanta Luca Percassi ci ha dato le ragioni dell'esonero di Juric: «La società è responsabile e io mi prendo tutte le responsabilità per questo momento. Siamo abituati a lavorare molto e tacere, ma prendiamo decisioni tutti i giorni da 16 anni, in qualsiasi ambito. E ne rispondiamo».
La scelta di Ivan Juric è stata «la scelta più dolorosa di sempre», secondo Percassi: «Juric è un professionista serio. Il suo percorso in Champions è stato positivo. Ma in campionato, dopo la crescita iniziale, e meritavamo 3-4 punti in più, dall’ultima sosta la squadra ha mostrato un’involuzione inattesa».
Il capo del club ha spiegato che il problema era «la prestazione e l'atteggiamento della squadra negli ultimi mesi: non si è vista l’Atalanta che lotta, e questo non è accettabile». Da qui è nata la scelta di un nuovo allenatore, Raffaele Palladino, che è stato «l'input arrivato dalla squadra. Palladino ha queste caratteristiche. E credo che abbia aspettato l’Atalanta. Poteva andare in altre squadre, invece è a Bergamo».
La notizia della scelta di Juric è stata «una scelta inaspettata» per il presidente Gasperini: «Ci siamo mossi, tutti insieme siamo andati su Juric: nel valutare avevamo qualche conoscenza in più grazie alla storicità del suo rapporto col nostro direttore (Tony D’Amico: due anni insieme a Verona, ndr)».
Tuttavia, secondo Percassi, il presidente non ha mantenuto le sue promesse e «ci ha colti di sorpresa perché da un mese, ogni giorno, parlavamo di rinnovo e della nuova squadra». E la scelta di Juric non è stata presa come previsto: «Noi no. Il dialogo col mister sul suo contratto e sulla nuova squadra s’è protratto per l’ultimo mese di campionato, tutti i giorni. Abbiamo appreso solo due giorni dopo l’ultima partita la sua scelta di fermarsi».
La responsabilità della scelta è stata assegnata a Percassi: «Me ne prendo la responsabilità». E gli obiettivi del prossimo periodo? Per lui, «gli obiettivi li costruirà la squadra, sul campo. La consideriamo competitiva e ci aspettiamo prestazioni all’altezza».
La lotta per lo scalone nord si fa sempre più intensa.
Il capo dell'Atalanta Luca Percassi ci ha dato le ragioni dell'esonero di Juric: «La società è responsabile e io mi prendo tutte le responsabilità per questo momento. Siamo abituati a lavorare molto e tacere, ma prendiamo decisioni tutti i giorni da 16 anni, in qualsiasi ambito. E ne rispondiamo».
La scelta di Ivan Juric è stata «la scelta più dolorosa di sempre», secondo Percassi: «Juric è un professionista serio. Il suo percorso in Champions è stato positivo. Ma in campionato, dopo la crescita iniziale, e meritavamo 3-4 punti in più, dall’ultima sosta la squadra ha mostrato un’involuzione inattesa».
Il capo del club ha spiegato che il problema era «la prestazione e l'atteggiamento della squadra negli ultimi mesi: non si è vista l’Atalanta che lotta, e questo non è accettabile». Da qui è nata la scelta di un nuovo allenatore, Raffaele Palladino, che è stato «l'input arrivato dalla squadra. Palladino ha queste caratteristiche. E credo che abbia aspettato l’Atalanta. Poteva andare in altre squadre, invece è a Bergamo».
La notizia della scelta di Juric è stata «una scelta inaspettata» per il presidente Gasperini: «Ci siamo mossi, tutti insieme siamo andati su Juric: nel valutare avevamo qualche conoscenza in più grazie alla storicità del suo rapporto col nostro direttore (Tony D’Amico: due anni insieme a Verona, ndr)».
Tuttavia, secondo Percassi, il presidente non ha mantenuto le sue promesse e «ci ha colti di sorpresa perché da un mese, ogni giorno, parlavamo di rinnovo e della nuova squadra». E la scelta di Juric non è stata presa come previsto: «Noi no. Il dialogo col mister sul suo contratto e sulla nuova squadra s’è protratto per l’ultimo mese di campionato, tutti i giorni. Abbiamo appreso solo due giorni dopo l’ultima partita la sua scelta di fermarsi».
La responsabilità della scelta è stata assegnata a Percassi: «Me ne prendo la responsabilità». E gli obiettivi del prossimo periodo? Per lui, «gli obiettivi li costruirà la squadra, sul campo. La consideriamo competitiva e ci aspettiamo prestazioni all’altezza».
La lotta per lo scalone nord si fa sempre più intensa.