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Villanova, una comunità che ha conosciuto l'amore e la morte di Deeqa Aden Gereye, "l'angelo dei rifugiati". Una donna con una storia da eroe, che aveva visto il peggior della società umana eppure continuava a sperare. Era nata in Mogadisco, ma si era trasferita in Piemonte, dove aveva trovato la sua famiglia e il suo amore. Il marito Luigi Tessiore, dirigente Onu di Villanova, le aveva offerto un rifugio sicuro, ma Deeqa non era stata immune alla violenza e alla discriminazione.
La sua morte, avvenuta a 39 anni, sul ponte della Gran Madre di Torino, sembrava un incidente stradale. Ma la verità era più complessa. L'automobilista che aveva uccisa Deeqa era stato dichiarato innocente, nonostante le prove a suo carico. La famiglia di Deeqa aveva subito una serie di rabbie e ingiustizie, ma la sua eredità continua a vivere.
Oggi, i libri che Deeqa aveva accumulato durante la sua vita sono stati donati alla Biblioteca di Villanova. Sono libri che parlano del colonialismo italiano e delle sue conseguenze, un tema che Deeqa aveva sempre affrontato con coraggio. Il Fondo Deeqa Aden Gereye sarà un'importante risorsa per gli studenti e il pubblico della comunità.
Il caso di Deeqa continua a essere un esempio della discriminazione e dell'ingiustizia che la società umana può commettere. Ma la sua eredità è anche un simbolo di speranza e di coraggio. Deeqa aveva sempre dimenticato il colonialismo italiano, ma adesso i libri donati alla biblioteca lo ricordano.
La famiglia di Deeqa non si è arresa. Con una parte dei soldi ricevuti dal Fondo vittime della strada, ha acquistato libri e attrezzature multimediali per donare alla Biblioteca. Il convegno "Il futuro non esiste senza memoria. Il colonialismo italiano e le sue conseguenze fino ai giorni nostri" è stato un'importante occasione per ricordare la storia di Deeqa e per riflettere sulle sue implicazioni.
Deeqa era tornata ad abbracciare il mondo, donando semi al futuro. La sua eredità continua a vivere, un simbolo di speranza e di coraggio in un mondo che ancora soffre di discriminazione e ingiustizia.
La sua morte, avvenuta a 39 anni, sul ponte della Gran Madre di Torino, sembrava un incidente stradale. Ma la verità era più complessa. L'automobilista che aveva uccisa Deeqa era stato dichiarato innocente, nonostante le prove a suo carico. La famiglia di Deeqa aveva subito una serie di rabbie e ingiustizie, ma la sua eredità continua a vivere.
Oggi, i libri che Deeqa aveva accumulato durante la sua vita sono stati donati alla Biblioteca di Villanova. Sono libri che parlano del colonialismo italiano e delle sue conseguenze, un tema che Deeqa aveva sempre affrontato con coraggio. Il Fondo Deeqa Aden Gereye sarà un'importante risorsa per gli studenti e il pubblico della comunità.
Il caso di Deeqa continua a essere un esempio della discriminazione e dell'ingiustizia che la società umana può commettere. Ma la sua eredità è anche un simbolo di speranza e di coraggio. Deeqa aveva sempre dimenticato il colonialismo italiano, ma adesso i libri donati alla biblioteca lo ricordano.
La famiglia di Deeqa non si è arresa. Con una parte dei soldi ricevuti dal Fondo vittime della strada, ha acquistato libri e attrezzature multimediali per donare alla Biblioteca. Il convegno "Il futuro non esiste senza memoria. Il colonialismo italiano e le sue conseguenze fino ai giorni nostri" è stato un'importante occasione per ricordare la storia di Deeqa e per riflettere sulle sue implicazioni.
Deeqa era tornata ad abbracciare il mondo, donando semi al futuro. La sua eredità continua a vivere, un simbolo di speranza e di coraggio in un mondo che ancora soffre di discriminazione e ingiustizia.