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Un uomo semplice dal seminterrato al sogno di Dio: l'incredibile storia di Papa Leone XIV.
Papa Leone XIV è un nome che conosciamo bene, ma spesso dimentichiamo la sua storia. Il documentario "Leo From Chicago" ci ricorda che l'uomo che si cela dietro il Papa era un ragazzo curioso e amante della vita. Cresciuto in una famiglia cattolica devota ma senza fanatismi, Robert Francis Prevost, come lo chiamavano i fratelli, studiava matematica a Villanova University, ma trovò nella filosofia e nella teologia la direzione della sua vocazione.
La sua passione per la vita era tale che adorava le Ford e poteva correrne quattordici ore di fila. Il baseball era una sua grande passione, tifava i White Sox e nel 2005 salì sugli spalti per vedere le World Series. Il cinema lo faceva ridere di gusto, in particolare "I fratelli Blues", che gli facevano ridere di gusto.
Ma c'era anche un lato più serio della sua personalità. I suoi genitori erano devoti al rosario e la madre era a Messa alle sei. Robert scese con i fratelli una sera per parlare con una gang di coetanei minacciati di buttarli nel fiume insieme alle bici, trasformando la paura in dialogo.
La sua vocazione episcopale lo portò poi a partire per il Perù, dove trascorse decenni tra la gente più povera. Dopo l'ordinazione scelse la via dei missionari agostiniani e visse una vita semplice e umile.
E poi arrivò la sua chiamata da Papa Francesco a Roma per guidare il Dicastero dei Vescovi, dopo solo due anni di lavoro. E finalmente, nel 2025, il conclave lo elesse 267° Vescovo di Roma. Quando si affacciò sulla loggia di San Pietro, la voce si incrinò: "Sono un figlio di sant'Agostino, con voi sono cristiano, per voi vescovo".
Il documentario "Leo From Chicago" non costruisce un'agiografia ma una biografia autentica, narrata dai personaggi che hanno conosciuto l'uomo "terreno" prima che l'uomo "spirituale". Emerge così una persona che non ha mai cercato di comandare, ma di servire. Un Papa umano.
Un uomo normale e straordinario, come dicono i familiari e gli amici.
Papa Leone XIV è un nome che conosciamo bene, ma spesso dimentichiamo la sua storia. Il documentario "Leo From Chicago" ci ricorda che l'uomo che si cela dietro il Papa era un ragazzo curioso e amante della vita. Cresciuto in una famiglia cattolica devota ma senza fanatismi, Robert Francis Prevost, come lo chiamavano i fratelli, studiava matematica a Villanova University, ma trovò nella filosofia e nella teologia la direzione della sua vocazione.
La sua passione per la vita era tale che adorava le Ford e poteva correrne quattordici ore di fila. Il baseball era una sua grande passione, tifava i White Sox e nel 2005 salì sugli spalti per vedere le World Series. Il cinema lo faceva ridere di gusto, in particolare "I fratelli Blues", che gli facevano ridere di gusto.
Ma c'era anche un lato più serio della sua personalità. I suoi genitori erano devoti al rosario e la madre era a Messa alle sei. Robert scese con i fratelli una sera per parlare con una gang di coetanei minacciati di buttarli nel fiume insieme alle bici, trasformando la paura in dialogo.
La sua vocazione episcopale lo portò poi a partire per il Perù, dove trascorse decenni tra la gente più povera. Dopo l'ordinazione scelse la via dei missionari agostiniani e visse una vita semplice e umile.
E poi arrivò la sua chiamata da Papa Francesco a Roma per guidare il Dicastero dei Vescovi, dopo solo due anni di lavoro. E finalmente, nel 2025, il conclave lo elesse 267° Vescovo di Roma. Quando si affacciò sulla loggia di San Pietro, la voce si incrinò: "Sono un figlio di sant'Agostino, con voi sono cristiano, per voi vescovo".
Il documentario "Leo From Chicago" non costruisce un'agiografia ma una biografia autentica, narrata dai personaggi che hanno conosciuto l'uomo "terreno" prima che l'uomo "spirituale". Emerge così una persona che non ha mai cercato di comandare, ma di servire. Un Papa umano.
Un uomo normale e straordinario, come dicono i familiari e gli amici.