VoceDiMilano
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A Piazza di Spagna, un enorme scontrino lungo la scalinata dei Monti ha segnato il messaggio di Greenpeace: i danni economici della crisi climatica superano 5.000 miliardi di euro.
L'associazione ambientalista ha voluto "presentare il conto" ai governi, come si legge nella lettera al Ministero dell'Economia, in vista della legge di bilancio. I dati calcolati dalla stessa associazione indicano che le emissioni di anidride carbonica delle sei principali aziende petrolifere e del gas nel periodo 2016-25 sarebbero in grado di causare circa 5.070 miliardi di euro di danni economici.
A margine dell'azione, Simona Abbate ha spiegato che gli impatti sulla salute e sulla sicurezza alimentare, i rischi legati all'innalzamento del livello del mare e degli eventi climatici estremi sono stati calcolati per il periodo in cui la CO2 resterà in atmosfera. In questo periodo, le aziende petrolifere e gas hanno accumulato profitti enormi.
Una cifra che supera persino i danni associati a sei delle più grandi aziende dei combustibili fossili al mondo. Abbate ha chiesto ai governi di prendere una decisione forte e di inserire in finanziaria la tassazione del comparto del petrolio e del gas, che potrebbe aiutare le persone ad affrontare la crisi climatica e ad abbassare le bollette. Una decisione che va verso la giustizia sociale e climatica.
In Italia, 460 miliardi di euro sono stati attribuiti all'azienda Eni, mentre 5.070 miliardi in totale sono il risultato dei danni causati dalle emissioni di anidride carbonica delle sei principali aziende petrolifere e del gas nel periodo in questione.
L'associazione ambientalista ha voluto "presentare il conto" ai governi, come si legge nella lettera al Ministero dell'Economia, in vista della legge di bilancio. I dati calcolati dalla stessa associazione indicano che le emissioni di anidride carbonica delle sei principali aziende petrolifere e del gas nel periodo 2016-25 sarebbero in grado di causare circa 5.070 miliardi di euro di danni economici.
A margine dell'azione, Simona Abbate ha spiegato che gli impatti sulla salute e sulla sicurezza alimentare, i rischi legati all'innalzamento del livello del mare e degli eventi climatici estremi sono stati calcolati per il periodo in cui la CO2 resterà in atmosfera. In questo periodo, le aziende petrolifere e gas hanno accumulato profitti enormi.
Una cifra che supera persino i danni associati a sei delle più grandi aziende dei combustibili fossili al mondo. Abbate ha chiesto ai governi di prendere una decisione forte e di inserire in finanziaria la tassazione del comparto del petrolio e del gas, che potrebbe aiutare le persone ad affrontare la crisi climatica e ad abbassare le bollette. Una decisione che va verso la giustizia sociale e climatica.
In Italia, 460 miliardi di euro sono stati attribuiti all'azienda Eni, mentre 5.070 miliardi in totale sono il risultato dei danni causati dalle emissioni di anidride carbonica delle sei principali aziende petrolifere e del gas nel periodo in questione.