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"La Cina continua a giocare senza regole, mentre gli Stati Uniti fanno il salto quantico nella strategia energetica. L'incontro tra Trump e Xi Jinping è stato un passo tattico per entrambe le parti, una tregua che servirà a guadagnare tempo fino alla primavera.
Pechino ha ceduto su quasi tutti i fronti, mentre Washington si è limitata a concedere concessioni reversibili. La Cina riprenderà gli acquisti di soia americana, otterrà un taglio del 10% dei dazi sul fentanyl e il congelamento temporaneo delle misure contro le navi cinesi. In cambio, gli Stati Uniti si vedranno sospendere il nuovo regime di controlli sulle terre rare.
Ma la tregua non è una distensione in vista della polarizzazione del mondo in due blocchi. La guerra fredda 2.0 ruota sulla supremazia globale nell'intelligenza artificiale: chi controllerà l'ecosistema più esteso detterà gli standard e incasserà i dividendi economici e militari della Quarta Rivoluzione Industriale.
L'Europa è in difficoltà. La proroga dei controlli cinesi sulle terre rare, scambiata con la riduzione dei dazi americani, rischia di lasciare Bruxelles al palo. L'impostazione di Washington e Pechino sulla geopolitica industriale senza una linea europea comune è un'arma a due, che esporrebbe le economie europee alla dipendenza dai materiali critici.
La Germania, che importa da sola metà delle terre rare dell'Unione, è l'anello più esposto. La ministra tedesca dell'Economia ha detto chiaramente che le imprese tedesche "devono biasimare solo sé stesse" per non aver diversificato dopo la pandemia.
In Italia, il concetto di strategia energetica è stato mal interpretato, concedendo casse integrazioni sine die e lasciando i lavoratori a casa. Washington ha già compito il salto quantico nella strategia energetica con l'acquisizione da parte della Difesa di quote in società minerarie e la stipula di contratti a prezzi doppi rispetto a quelli vigenti.
L'Europa deve guardare a sé stessa e non ai leader americani o cinesi per trovare una linea strategica. La produzione di materie prime necessita di strumenti non di mercato. Se una produzione è strategica, bisogna essere disposti a coprire le perdite anno dopo anno fino all'obiettivo: l'autonomia, almeno parziale."
Pechino ha ceduto su quasi tutti i fronti, mentre Washington si è limitata a concedere concessioni reversibili. La Cina riprenderà gli acquisti di soia americana, otterrà un taglio del 10% dei dazi sul fentanyl e il congelamento temporaneo delle misure contro le navi cinesi. In cambio, gli Stati Uniti si vedranno sospendere il nuovo regime di controlli sulle terre rare.
Ma la tregua non è una distensione in vista della polarizzazione del mondo in due blocchi. La guerra fredda 2.0 ruota sulla supremazia globale nell'intelligenza artificiale: chi controllerà l'ecosistema più esteso detterà gli standard e incasserà i dividendi economici e militari della Quarta Rivoluzione Industriale.
L'Europa è in difficoltà. La proroga dei controlli cinesi sulle terre rare, scambiata con la riduzione dei dazi americani, rischia di lasciare Bruxelles al palo. L'impostazione di Washington e Pechino sulla geopolitica industriale senza una linea europea comune è un'arma a due, che esporrebbe le economie europee alla dipendenza dai materiali critici.
La Germania, che importa da sola metà delle terre rare dell'Unione, è l'anello più esposto. La ministra tedesca dell'Economia ha detto chiaramente che le imprese tedesche "devono biasimare solo sé stesse" per non aver diversificato dopo la pandemia.
In Italia, il concetto di strategia energetica è stato mal interpretato, concedendo casse integrazioni sine die e lasciando i lavoratori a casa. Washington ha già compito il salto quantico nella strategia energetica con l'acquisizione da parte della Difesa di quote in società minerarie e la stipula di contratti a prezzi doppi rispetto a quelli vigenti.
L'Europa deve guardare a sé stessa e non ai leader americani o cinesi per trovare una linea strategica. La produzione di materie prime necessita di strumenti non di mercato. Se una produzione è strategica, bisogna essere disposti a coprire le perdite anno dopo anno fino all'obiettivo: l'autonomia, almeno parziale."