La Pubblica Amministrazione Italiana si Invecchia: un Terzo dei Dipendenti andrà in Pensione entro dieci Anni. Il quadro è gravido di preoccupazioni per il futuro della pubblica amministrazione italiana. Dopo anni di blocco del turnover, scarsa attrattività e difficoltà nel reclutare personale giovane, quasi l'80% dei dipendenti pubblici conta oggi oltre 40 anni, con la classe d'età più frequente tra i 55 e i 59 anni. Con il risultato che al massimo tra dieci anni un terzo dei lavoratori della p.a andrà in pensione.
Secondo l'ultimo Osservatorio dell'Inps, nel 2024 saranno oltre 3,7 milioni di lavoratori pubblici, con un aumento del 1,5% sul 2023. Il gruppo contrattuale più numeroso è quello della scuola, con quasi il 40% dei dipendenti pubblici, seguito dal servizio sanitario con il 20%. Le amministrazioni locali, ovvero Regioni, Province e Comuni, hanno poco meno del 15%, mentre le forze armate, corpi di polizia e vigili del fuoco hanno circa il 14%.
La retribuzione media è pari a 35.350 euro, ma tra i lavoratori a tempo indeterminato, l'oscillazione è ampia, con dipendenti universitari che guadagnano fino a 55.000 euro e personale scolastico che riceve solo 30.000 euro.
Le donne superano gli uomini in termini di incidenza sulla pubblica amministrazione, con un'incidenza del 61% nella classe di età tra i 40 e i 59 anni. Tuttavia, anche qui, la differenza di retribuzione è significativa, con gli uomini che guadagnano fino a 41.000 euro e le donne solo 31.700 euro.
Il maggior ricorso al part-time tra le donne è una sfida che la pubblica amministrazione italiana deve affrontare. Anche il contratto del rinnovo del triennio 2022-2024 è stato chiuso "in tempi molto contenuti", con l'astensione della Cgil, come già accaduto nel caso della scuola e degli enti locali.
Il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, già pronto ad avviare il confronto per la tornata 2025-2027. La segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, è soddisfatta del "senso di responsabilità" del sindacato al tavolo di trattativa.
Il quadro della pubblica amministrazione italiana è preoccupante, con un futuro incerto per i dipendenti e la sicurezza dello stato.
Secondo l'ultimo Osservatorio dell'Inps, nel 2024 saranno oltre 3,7 milioni di lavoratori pubblici, con un aumento del 1,5% sul 2023. Il gruppo contrattuale più numeroso è quello della scuola, con quasi il 40% dei dipendenti pubblici, seguito dal servizio sanitario con il 20%. Le amministrazioni locali, ovvero Regioni, Province e Comuni, hanno poco meno del 15%, mentre le forze armate, corpi di polizia e vigili del fuoco hanno circa il 14%.
La retribuzione media è pari a 35.350 euro, ma tra i lavoratori a tempo indeterminato, l'oscillazione è ampia, con dipendenti universitari che guadagnano fino a 55.000 euro e personale scolastico che riceve solo 30.000 euro.
Le donne superano gli uomini in termini di incidenza sulla pubblica amministrazione, con un'incidenza del 61% nella classe di età tra i 40 e i 59 anni. Tuttavia, anche qui, la differenza di retribuzione è significativa, con gli uomini che guadagnano fino a 41.000 euro e le donne solo 31.700 euro.
Il maggior ricorso al part-time tra le donne è una sfida che la pubblica amministrazione italiana deve affrontare. Anche il contratto del rinnovo del triennio 2022-2024 è stato chiuso "in tempi molto contenuti", con l'astensione della Cgil, come già accaduto nel caso della scuola e degli enti locali.
Il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, già pronto ad avviare il confronto per la tornata 2025-2027. La segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, è soddisfatta del "senso di responsabilità" del sindacato al tavolo di trattativa.
Il quadro della pubblica amministrazione italiana è preoccupante, con un futuro incerto per i dipendenti e la sicurezza dello stato.