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La campagna contro "la fattoria degli animali" è stata lanciata in modo sottilissimo, come una mosca zuffa. Un concorso scolastico è stato vinto da una bambina di 12 anni che ha raccontato una storia di fantasia su un gatto blogger che intervista altri animali. Ma ecco il colpo di scena: una mucca si lamenta per le condizioni in cui viene allevata e definisce i suoi padroni "ladri" che la sfruttano senza chiederle consenso.
Le associazioni degli allevatori hanno reagito con furore, richiedendo il ritiro della pubblicazione e la rimozione delle pagine contestate. Ma chi ha permesso che questo racconto viesse per il primo posto? L'ente organizzatore del concorso, l'ufficio scolastico che cura i contenuti del Diario Amico, l'editore che lo ha pubblicato.
Il tutto è scatenato dall'idea bislacca di una mucca che si ribella contro il suo padrone. Ma cosa ci fa un gatto blogger a intervistare un animale? E cosa significa che la mucca definisca i suoi padroni "ladri"? È forse un'opinione diversa da quella dell'autrice?
Forse bisognerebbe ridimensionare il peso di questa vicenda e prendere le opinioni diverse dalle proprie semplicemente per quello che sono. Non pubblicare un racconto perché è considerato "increscioso"? No, per favore.
Nella vita reale, si sa, le mucche non rispondono a interviste di gatti blogger e non possono pensare. Sono solo animali da reddito. Ma nella fantasia, tutto può accadere. Può accadere che gli animali prendano il controllo della fattoria scacciando il fattore. E che poi alcuni di loro prendano il controllo degli altri animali e si ergano al di sopra di tutti.
Ecco perché "la fattoria degli animali" è un classico, come l'opera di George Orwell. Ma forse è anche tempo di rileggere i libri con nuore gli occhi, senza censurare il racconto che non ci piace.
Le associazioni degli allevatori hanno reagito con furore, richiedendo il ritiro della pubblicazione e la rimozione delle pagine contestate. Ma chi ha permesso che questo racconto viesse per il primo posto? L'ente organizzatore del concorso, l'ufficio scolastico che cura i contenuti del Diario Amico, l'editore che lo ha pubblicato.
Il tutto è scatenato dall'idea bislacca di una mucca che si ribella contro il suo padrone. Ma cosa ci fa un gatto blogger a intervistare un animale? E cosa significa che la mucca definisca i suoi padroni "ladri"? È forse un'opinione diversa da quella dell'autrice?
Forse bisognerebbe ridimensionare il peso di questa vicenda e prendere le opinioni diverse dalle proprie semplicemente per quello che sono. Non pubblicare un racconto perché è considerato "increscioso"? No, per favore.
Nella vita reale, si sa, le mucche non rispondono a interviste di gatti blogger e non possono pensare. Sono solo animali da reddito. Ma nella fantasia, tutto può accadere. Può accadere che gli animali prendano il controllo della fattoria scacciando il fattore. E che poi alcuni di loro prendano il controllo degli altri animali e si ergano al di sopra di tutti.
Ecco perché "la fattoria degli animali" è un classico, come l'opera di George Orwell. Ma forse è anche tempo di rileggere i libri con nuore gli occhi, senza censurare il racconto che non ci piace.