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Il passo della Corte di giustizia europea nella sua sentenza sull’annullamento parziale della direttiva europea sulla base dei salari minimi adeguati è stato accolto con favore dalla Commissione europea. Secondo la presidente Ursula von der Leyen, il lavoro deve essere davvero remunerativo e i lavoratori devono potersi guadagnare da vivere. Questo è un forte segnale di speranza per l'equità sociale ed un'economia produttiva e inclusiva.
La sentenza della Corte conferma che la maggior parte della direttiva sul salario minimo europeo è valida, ma annulla due disposizioni che rappresentano un’interferenza diretta del diritto dell’UE nella determinazione della retribuzione. La Commissione europea ha accolto con favore questa sentenza e sottolinea l'importanza dei salari minimi adeguati per proteggere il potere d’acquisto dei lavoratori, ridurre le disuguaglianze salariali e la povertà lavorativa.
Il gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo ha accolto con favore la sentenza sostenendo che in tempi di crisi del costo della vita questo è un forte segnale di speranza e giustizia sociale. Il portavoce della Commissione per i diritti sociali e le competenze, Eva Hrnčirová, ha commentato che i salari minimi adeguati sono fondamentali per rafforzare l'equità sociale e un'economia produttiva e inclusiva.
Tuttavia, anche gli industriali europei hanno reagito alla sentenza della Corte UE sostenendo che la direttiva sulla base dei salari minimi adeguati rappresenta un’interferenza diretta del diritto dell’UE nella determinazione della retribuzione. Markus J. Beyrer, direttore generale di BusinessEurope, ha affermato che i responsabili politici dell'UE devono astenersi dall'oltrepassare le competenze europee nella legislazione dell'UE.
In Italia il dibattito su questo tema è acceso e il governo di Giorgia Meloni è sostanzialmente contrario al salario minimo. Il capogruppo del Partito democratico in commissione Lavoro alla Camera dei deputati, Arturo Scotto, ha invitato la premier a riflettere sulla sentenza della Corte di giustizia europea.
La sentenza della Corte conferma che la maggior parte della direttiva sul salario minimo europeo è valida, ma annulla due disposizioni che rappresentano un’interferenza diretta del diritto dell’UE nella determinazione della retribuzione. La Commissione europea ha accolto con favore questa sentenza e sottolinea l'importanza dei salari minimi adeguati per proteggere il potere d’acquisto dei lavoratori, ridurre le disuguaglianze salariali e la povertà lavorativa.
Il gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo ha accolto con favore la sentenza sostenendo che in tempi di crisi del costo della vita questo è un forte segnale di speranza e giustizia sociale. Il portavoce della Commissione per i diritti sociali e le competenze, Eva Hrnčirová, ha commentato che i salari minimi adeguati sono fondamentali per rafforzare l'equità sociale e un'economia produttiva e inclusiva.
Tuttavia, anche gli industriali europei hanno reagito alla sentenza della Corte UE sostenendo che la direttiva sulla base dei salari minimi adeguati rappresenta un’interferenza diretta del diritto dell’UE nella determinazione della retribuzione. Markus J. Beyrer, direttore generale di BusinessEurope, ha affermato che i responsabili politici dell'UE devono astenersi dall'oltrepassare le competenze europee nella legislazione dell'UE.
In Italia il dibattito su questo tema è acceso e il governo di Giorgia Meloni è sostanzialmente contrario al salario minimo. Il capogruppo del Partito democratico in commissione Lavoro alla Camera dei deputati, Arturo Scotto, ha invitato la premier a riflettere sulla sentenza della Corte di giustizia europea.